L’approvazione israeliana alla costruzione di 500 nuove unità abitative nel quartiere di Gerusalemme Est secondo l’Unione europea compromette gli sforzi della comunità internazionale per riesumare il processo diplomatico tra Israele e Palestina. Per questo Federica Mogherini, nuovo Alto rappresentante per la Politica estera Ue, ha chiesto a Israele di “fare marcia indietro e porre fine alla politica di insediamento a Gerusalemme est e Cisgiordania”.
I nuovi permessi di costruzione sono stati approvati dal Comitato di costruzione e pianificazione locale del Ministero degli Interni israeliano e riguardano appartamenti da edificare nel quartiere di Ramat Shlomo, situato sulla linea verde, ovvero sulla linea che separa le zone controllate da Israele da quelle delle regioni confinanti. “Questa decisione rappresenta un passo altamente nocivo che mina le prospettive per una soluzione concordata e mette in discussione l’impegno di Israele ad un accordo pacifico e negoziato con i palestinesi”, ha dichiarato Mogherini, che proprio in Medio Oriente ha deciso di fare il suo primo viaggio come responsabile della diplomazia comunitaria.
Mentre Israele considera Gerusalemme Est come parte della sua capitale, la comunità internazionale ha da sempre condannato le costruzioni nell’area che è occupata dal 1967, ma “gli appelli lanciati sia dall’Ue sia dagli altri Stati della comunità internazionale in merito agli insediamenti israeliani, sono rimasti inascoltati”, ha sottolineato Mogherini.