Per prima cosa premette che “non si deve drammatizzare” perché “non siamo dei bambini”, poi però il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker tiene ad avere l’ultima parola nel duro scontro a distanza ingaggiato da ieri con Matteo Renzi. “Ho intenzione di reagire a tutte le critiche ingiustificate che arriveranno alla Commissione europea, non sono un tipo che si trattiene e bisogna che tutti lo sappiano”, riapre l’argomento. “Accetto le critiche alla Commissione, io stesso come capo di Stato ne facevo molte – spiega – ma non quelle ingiustificate”. Per questo da oggi “non ci saranno più attacchi alla Commissione senza una risposta”.
Detto questo, Juncker assicura di non avere comunque nulla contro il premier italiano: “Non ho problemi con Renzi che apprezzo molto”, specifica ma “cerchiamo di non sabotare la Commissione prima ancora che cominci a lavorare”. Nel merito delle “accuse” di Renzi, il presidente della Commissione spiega: “Sentirgli dire che non ci siamo occupati dei dossier o non accettiamo lezioni da una banda di euroburocrati è una critica che non mi piace. Io – conclude Juncker – sono il capo di ventotto commissari politici, non di burocrati”.
Nemmeno con l’altro premier che lo ha criticato, il britannico David Cameron, Juncker dice di avere problemi: piuttosto, provoca, “è Cameron che ha un problema con gli altri primi ministri”. Nelle sue parole contro il premier italiano, Juncker rivendica di avere il pieno appoggio degli altri commissari. Ho avuto una reazione, sottolinea, “se non unanimemente, ampiamente condivisa”.