Il taglio di 500 milioni al fondo per i cofinanziamenti dei progetti realizzati con fondi europei “è stata una misura adottata in fretta” per rispondere alle correzioni “richieste dalla Commissione europea” alla legge di stabilità. Lo ha dichiarato Graziano Delrio, in audizione davanti ai senatori della commissione Politiche Ue. Il sottosegretario alla Coesione ha aggiunto che “c’è un impegno con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per garantire che le spese impegnate – per progetti cofinanziati con l’Ue – non vengano limitate dal patto di stabilità”. In sostanza, Delrio ammette che sui cofinanziamenti l’esecutivo è “in difetto” ma, assicura, “siamo impegnati a recuperare”.
Il sottosegretario ha illustrato ai senatori l’accordo di programma con l’Ue per i fondi strutturali 2014-2020. In tutto 44 miliardi, se si includono nei fondi strutturali anche il finanziamento del progetto Garanzia giovani e quello della Cooperazione territoriale europea. Secondo Delrio, “è necessario che questi soldi pubblici facciano da stimolo per attrarre investimenti privati”.
È l’idea che sottende ad esempio al piano nazionale per le infrastrutture digitali, una delle priorità del governo da realizzare anche con i fondi europei. L’Obiettivo, ha spiegato l’esponente dell’esecutivo, “è raggiungere il 100% di copertura nazionale con la banda larga a 50 Megabyte al secondo, e il 50% del territorio con la banda a 100 Megabyte al secondo entro il 2020”. Su questo progetto, dai fondi europei arriva “solo una parte dei soldi necessari a realizzare l’infrastruttura”, precisa Delrio, perché il resto dovrà essere “integrato con investimenti privati”.
Il sottosegretario ha poi parlato del “superamento delle criticità che hanno riguardato la precedente programmazione”, quella 2007-2015. Che dovrebbe essere garantito soprattutto dall’intervento dell’Agenzia per la cooperazione, l’ente che monitorerà i progetti da realizzare e assisterà le regioni nella programmazione degli interventi. Un contributo che, nelle intenzioni, dovrebbe consentire di evitare i ritardi che storicamente contraddistinguono l’Italia nell’utilizzo dei fondi europei.
Un situazione che emerge anche dal resoconto sulla programmazione 2007-2013. Al 31 ottobre si e arrivati a spendere il 62,2% dei fondi assegnati all’Italia. l’obiettivo è raggiungere il 68,4% “entro la fine dell’anno”, ha dichiarato Delrio, sottolineando che “nel prossimo mese e mezzo ci sarà molto lavoro da fare”. Infatti, per evitare il disimpegno automatico (leggi perdita) dei fondi, sarà necessario superare diverse “situazioni critiche”. Tra gli esempi portati da Delrio, le cifre ancora da spendere entro il 2014 riguardano il piano nazionale per le reti di comunicazione (215 milioni) e il piano nazionale per la ricerca (240 milioni), su però Delrio si è detto “fiducioso” che alla fine le spese verranno certificate. Più preoccupante è la situazione dei piani regionali della Calabria, con 305 milioni ancora da spendere entro il 31 dicembre prossimo, e della Sicilia, che ha una rimanenza di 597 milioni di euro.