Fermarsi un momento a guardare gli effetti delle nuove norme europee nel settori finanziario e dare concretezza al piano di investimenti da 300 miliardi annunciato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Sono le due richieste principali che la Febaf, la Federazione di Banche, Assicurazioni e Finanza italiane hanno portato ieri a Bruxelles in una incontro con i parlamentari italiani e con il presidente della Commissione Economica del parlamento Roberto Gualtieri. Il presidente di Febaf, Luigi Abete, si è fatto portavoce di queste esigenze, che ha poi illustrato alla stampa insieme al presidente di Abi Antonio Patuelli e a quello di Ania Aldo Minucci.
Dopo gli ultimi anni in cui si è messo mano alle norme bancarie e finanziarie nella Ue è arrivato il momento “di una stabilizzazione normativa che deve essere consolidata, verificata, se possibile semplificata”, ha detto Abete, spiegando che “sono stati fatti dei passi avanti, ma bisogna verificare che il sistema non sia andato ‘troppo avanti’ rispetto a quel che c’è da regolare. Dunque ora testiamo e poi valutiamo se sarà necessario fare ancora qualcosa”. Il presidente di Febaf ha poi insistito sulla necessità di “dare concretezza al piano da 300 miliardi annunciato dalla Commissione europea, cosa significa, come si articola, con che leve, che obiettivi”. Per Abete “la priorità devono essere le reti, sempre perseguite e mai raggiunte”. C’è un terzo tema al quale l’imprenditore e banchiere tiene in particolare: “Bisogna che l’Europa dia grande attenzione al sistema delle garanzie per le piccole imprese. Sono un tema strategico, e ho detto “piccole”, non medie o micro”. Secondo Abete in questo settore “o riusciamo a innovare o saranno sempre più spiazzati, e questo tema – ha osservato – è figlio della globalizzazione, non della crisi”.
“Con la vigilanza bancaria unica ci saranno più regole e meno persuasioni”, ha poi detto Patuelli, sottolineando che il 4 novembre “è una data decisiva, nella quale con l’entrata in funzione della vigilanza bancaria unica da parte della Banca centrale europea si apre una nuova era”. Secondo il presidente di Abi, “questa è una decisiva cessione di sovranità, come accadde 40 anni fa con la Politica agricola comune, come dodici anni fa con l’euro. E questo – ha sottolineato – è un processo che deve evolvere verso presupposti normativi unici”. Patuelli dice chiaramente che a suo giudizio “l’obiettivo ora deve essere il Testo Unico bBancario Europeo, non potremo a lungo continuare con normative così diverse”. Non fa previsioni sui tempi, ma chiede che si avvii “un percorso chiaro, con politiche identiche” che anticipino il Testo. Secondo Patuelli già ora “il mercato bancario nazionale non esiste più, e adesso si apre una fase completamente nuova, che coinvolgerà tutte le banche, di ogni tipo”, ha spiegato riferendosi a quelle banche come le tedesche Landesbankche ora sono fuori dalla regolamentazione sulla vigilanza.