Le dichiarazioni di Matteo Renzi e David Cameron al termine del Consiglio europeo proprio non gli sono andate giù e così oggi il neo Presidente della Commissione, partecipando alla conferenza dei presidenti del Parlamento europeo che aveva il compito di fare il punto sull’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo, si è tolto più di qualche sassolino dalla scarpa. “Non mi è piaciuto come si sono comportati alcuni primi ministri dopo il Summit, credevo che il Consiglio europeo fosse stato creato per risolvere problemi, non per amplificarli”, ha esordito Juncker. A far scattare la polemica era stata una domanda di Mafred Weber, capogruppo tedesco dei Popolari europei e uomo di Angela Merkel al Parlamento Ue, che aveva chiesto: “Vorrei sapere da lei, Presidente Juncker, cosa pensa del premier italiano che non vuole farsi dettare la linea dai tecnocrati di Bruxelles”. “Io prendo sempre appunti durante le discussioni e ho fatto un paragone tra quello che veniva detto all’interno della riunione e quello che veniva detto fuori, e di tanto in tanto le note non coincidevano”, ha accusato Juncker che poi ha puntato il dito direttamente contro il presidente del Consiglio italiano: “Devo dire al mio caro amico Renzi che io non sono il Presidente di una banda di burocrati, forse lui lo è. Io sono il Presidente della Commissione europea che è una istituzione europea, quindi invito tutti i primi ministri a rispettare la mia istituzione perché non siamo meno legittimati rispetto ad altri”.
A Juncker non sono andate giù le polemiche di Renzi sul parere della Commissione sul nostro bilancio nazionale. “Se il Presidente Barroso avesse ascoltato soltanto i burocrati l’atteggiamento della Commissione europea sarebbe stato di certo diverso, quindi non accetto queste critiche superficiali che sono rivolte alla Commissione europea che merita più rispetto”.
Ma Juncker ne ha avuto anche per Cameron, e la sua opposizione all’aumento del contributo britannico, stimati in 2 miliardi, al bilancio comunitario. “Vorrei dire chiaramente che la Commissione su questo punto applica le norme così come sono state varate dagli Stati membri”, ha ricordato Juncker secondo cui ora l’esecutivo “su richiesta della presidenza italiana deve riflettere sulla soluzione ai problemi che si pongono quest’anno”, problemi “che hanno proporzioni diverse rispetto a quelli degli anni precedenti”.
Quella che chiede di rivedere i contributi alla luce delle stime del Reddito nazionale, ha insistito ancora il Presidente, “non è una forzatura dei burocrati, ma una regola decisa dagli Stati membri”, per questo ora bisogna trovare una “soluzione a un problema che giustamente viene definito come serio”, ma che non riguarda certo soltanto Londra. “L’impatto dell’applicazione delle regole sul bilancio dei Paesi Bassi è molto superiore dell’impatto sul bilancio del Regno unito”, e quindi serve “una soluzione generale”.