Viktor Orban ha annunciato il congelamento della tassa su Internet che nei giorni scorsi aveva suscitato le proteste dell’opinione pubblica e dell’Unione europea. La tassa “non può essere introdotta nella sua forma attuale”, ha dichiarato premier ungherese durante un’intervista radiofonica. Per questo motivo sarà indetta sul tema “una consultazione nazionale a gennaio”. Il disegno di legge, annunciato la scorsa settimana, prevedeva di imporre nel 2015 il pagamento di circa 150 fiorini, equivalenti a 50 centesimi di euro, per ogni gigabyte Internet consumato dall’utente e 5.000 fiorini, pari a 16.19 euro, per le aziende.
L’Ue si è felicitata per il ritiro del progetto di legge ungherese. “Sono molto contenta per il popolo ungherese. La sua voce si è fatta sentire. Sono orgogliosa che la Commissione europea abbia svolto un ruolo positivo a difesa dei valori europei e dell’Europa digitale”, ha commentato Neelie Kroes, commissaria europea per l’Agenda digitale.
La misura, giustificata dal governo Orban dalla necessità di dover colmare il buco di bilancio in vista dell’anno nuovo, ha generato un’intensa protesta popolare. Migliaia gli ungheresi sono scesi in piazza nei giorni scorsi per opporsi alla manovra, ritenuta lesiva del diritto di critica nei confronti dell’esecutivo. Martedì il portavoce della Kroes, Ryan Heath, aveva già criticato con forza il provvedimento definendolo parte “di un percorso che porta a limitare la libertà”, e aggiungendo che bisognava “ostacolarlo prima che venisse adottato”.
Non è la prima volta che l’Unione europea critica i tentativi di controllo dei media messi in atto dal governo Ungherese. A Luglio lo scontro era stato sulla “imposta sulla pubblicità”. “Questa nuova tassa – aveva denunciato Kroes – è apparentemente una imposta per aumentare le entrate ma in realtà colpisce in modo sproporzionato una sola società”, ovvero la RTL Group, gruppo lussemburghese e “uno dei pochi canali in Ungheria che semplicemente non promuove una linea pro Fidesz”, il partito del premier Orban.