Sospendere “immediatamente” l’applicazione dell’accordo di Schengen per impedire ai jihadisti europei partiti per combattere in medio Oriente di fare ritorno in patria. È la proposta di risoluzione avanzata da cinque europarlamentari di estrema destra che siedono tra i non iscritti al Parlamento europeo. L’idea di Marine Le Pen del Front National francese, Matteo Salvini della Lega Nord, Marcel de Graaff del Partito per la libertà olandese di Geert Wilders, Harald Vilimsky del partito della libertà austriaco e Gerolf Annemans del partito indipendentista fiammingo Vlaams Belang potrebbe essere discussa già nel corso della prossima plenaria in calendario a novembre.
La richiesta degli eurodeputati di destra parte dalla considerazione che “migliaia di jihadisti provenienti da Stati membri dell’Ue sono partiti per raggiungere movimenti terroristi come lo Stato Islamico” e che “molti di loro sono individui estremamente pericolosi che costituirebbero una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico se facessero ritorno in Europa”. Occorre quindi in qualche modo bloccarli, mentre, secondo gli eurodeputati, “la porosità delle frontiere esterne e la non-esistenza di controlli alle frontiere interne alla zona Schengen ostacola considerevolmente la lotta contro il terrorismo”.
Per Le Pen e compagni non è sufficiente semplicemente attenersi alla convenzione di applicazione dell’accordo di Schengen secondo cui “gli Stati membri possono prendere tutte le misure necessarie se l’ordine o la sicurezza nazionale lo richiedono” perché il periodo massimo di applicazione di queste misure “è troppo corto”. Necessario invece, recita la proposta di risoluzione “sospendere immediatamente e senza ritardi l’applicazione dell’accordo di Schengen”. Necessità, quella di chiudere le frontiere, che gli eurodeputati di estrema destra avevano sostenuto anche poche settimane fa per evitare il rientro in Europa di persone contagiate dal virus Ebola.