Quattro gruppi di aerei militari russi, tra il 28 e il 29 ottobre, sono stati rilevati, intercettati e monitorati dalla Nato mentre conducevano “manovre militari significative nello spazio aereo europeo” sul Mar Baltico, Mare del Nord, Oceano Atlantico e Mar Nero”. È la denuncia della Nato che in una nota afferma che i voli “rappresentano un insolito livello di attività aerea sopra lo spazio europeo”.
Si tratterebbe di caccia che volano senza mantenere un contatto radio con le autorità di controllo del traffico civile aereo ponendo “potenziali rischi per l’aviazione civile poiché le autorità civili non possono intercettare questi aerei o assicurare che non interferiscano con il loro traffico”.
Nel pomeriggio di ieri un primo gruppo di aerei da guerra russi, composto da due bombardieri e due caccia, “è stato intercettato dall’aviazione turca mentre sorvolava il Mar Nero, in spazio internazionale”.
Poco dopo, invece, è toccato ai caccia portoghesi eseguire operazioni di controllo su un altro gruppo di sette aerei russi sopra il Mar Baltico, poi rientrati nello spazio aereo di Mosca.
Nella notte tra 28 e 29 ottobre, continua la’Alleanza Atlantica, ben otto caccia russi “sono stati intercettati dai radar Nato mentre volavano in formazione sul Mare del Nord, di cui due erano bombardieri”. L’aviazione norvegese ha predisposto il decollo di alcuni suoi velivoli per identificare il gruppo di aerei russi, sei dei quali sono tornati indietro in direzione nord est verso la Russia, mentre due hanno proseguito in direzione sud sorvolando le coste norvegesi.
Diversi altri velivoli sono stati rilevati sopra il Golfo di Finlandia dall’aviazione tedesca in “missione di sorveglianza sul Mar Baltico” , che hanno identificato gli aerei russi “per proteggere lo spazio aereo alleato”. In questo caso i russi avevano presentato un piano di volo ma non mantenevano alcun contatto radio con il controllo del traffico aereo civile.
La Nato fa sapere che dall’inizio del 2014 ad oggi ha condotto oltre cento intercettazioni di aerei russi, tre volte più rispetto all’anno passato. Il decollo e l’intercettazione sono procedure standard quando velivoli “sconosciuti” si avvicinano allo spazio aereo Nato. Tuttavia, puntualizza l’Alleanza, “tali voli rappresentano un pericolo per l’aviazione civile perché spesso i militari russi non presentano piani di volo e non stabiliscono contatti radio, e per le autorità che controllano il traffico civile è impossibile rilevarli”.