“Regna una grande confusione sui debiti della pubblica amministrazione, il Governo italiano non fornisce risposte adeguate, mancano ancora 60 miliardi da saldare e la realtà dei fatti è diversa dalle promesse fatte”. L’europarlamentare del Ppe, Antonio Tajani, torna sulla questione dei debiti della Pubblica amministrazione di cui si era occupato da vice presidente della Commissione europea, interrogando direttamente il commissario per gli Affari economici Jyrki Katainen.
Alla domanda dell’euro-parlamentare se il Commissario fosse o meno a conoscenza di quanto già pagato alle imprese e dell’ammontare residuo del debito, Katainen ha risposto che sta seguendo “con attenzione” la questione e cita i 31,3 miliardi che al 23 settembre 2014, secondo le informazioni fornite dal Ministero dell’Economia italiano, sono stati pagati per saldare il debito nei confronti dei creditori.
Secondo Tajani , tuttavia, da ormai 18 mesi “l’Italia continua a non fornire dati completi sullo stock di debito arretrato su richiesta di Bruxelles”. Così, riferendosi alle stime di Bankitalia di fine 2012, sostiene che mancano ancora all’appello “circa 60 miliardi da saldare, senza contare eventuali altri arretrati accumulati dopo il 2012”. “È curioso – attacca – constatare che la Commissione ha dovuto servirsi dei comunicati stampa del Ministero dell’economia per avere qualche dato ufficiale”.
Già nello scorso giugno Tajani, allora Commissario all’industria, prima di dimettersi in quanto eletto al Parlamento di Strasburgo, aveva avviato una procedura di infrazione da parte della Commissione nei confronti dell’Italia rea di “pagare mediamente con un ritardo di 180 giorni, sei volte oltre il limite europeo” contravvenendo così alla direttiva comunitaria. L’azione scatenò un botta e risposta con l’esecutivo italiano e il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che parlò di procedura “incomprensibile” visto che i pagamenti dei debiti erano stati “rafforzati e accelerati”.