Una notizia buona e una cattiva. La buona notizia è che la Commissione europea ha chiesto l’erogazione di 1,8 milioni di euro dal Fondo di adeguamento alla globalizzazione per aiutare a reinserire nel mondo del lavoro i 608 ex dipendenti dello stabilimento Whirlpool di Spini di Gardolo (Trento), chiuso ad agosto. La cattiva notizia è che a tagliare il suo personale è stata proprio l’azienda che ha da poco rilevato l’ormai ex italiana Indesit, con una operazione di acquisizione a cui l’esecutivo comunitario ha dato il proprio via libera il 14 ottobre scorso. Un messaggio non proprio rassicurante per i dipendenti Indesit finito sotto il controllo dell’azienda statunitense.
L’impianto Whirlpool di Spini di Gardolo – specializzato nella realizzazione di frigoriferi – ha visto la multinazionale degli elettrodomestici investire per il rilancio del sito, che ha però visto la propria produttività crollare (-35% di produzione tra il 2008 e il 2013). Gli investimenti, a quanto pare, non sono stati sufficienti ad ovviare ad una crisi della domanda interna, con Whirlpool che si è vista costretta a chiudere la fabbrica, con decisione comunicata a giugno 2013.
Il commissario per il Lavoro e gli Affari sociali, Laszlo Andor, preferisce pensare in positivo. “La proposta per questi 1,8 milioni aiuterà questi lavoratori in esubero a trovare nuove opportunità di lavoro in settori dalle prospettive più promettenti”. Il pacchetto di aiuti servirà per finanziare programmi di assistenza, formazione, specializzazione, sviluppo delle competenze per l’inserimento in altri settori produttivi. Ora la proposta passa al vaglio del Parlamento europeo prima di essere all’attenzione del Consiglio Ue.