Servono medici, e tanti, per tentare di bloccare il diffondersi del virus Ebola: l’Unione europea cerca “urgentemente” oltre 40 mila persone tra staff tecnico e volontari di supporto che siano disposti a partire per andare a lavorare nel cuore dell’epidemia. Secondo il futuro commissario europeo agli Affari umanitari, Christos Stylianides, nominato Coordinatore Ue per la risposta all’ebola, è questo “quello che serve di più oggi”. “Abbiamo bisogno di più letti”, ha spiegato, l’obiettivo è passare “dai mille di oggi a oltre 5mila nel più breve tempo possibile”. Ma “ogni letto richiede 8 persone di staff medico e di supporto e questo vuole dire che ci servono più di 40 mila persone”.
Uno sforzo non da poco che deve andare a sommarsi a quello che l’Ue sta già facendo, tanto secondo Stylianides, ma non abbastanza. “ Molto più deve essere fatto in modo coordinato e collettivo, oggi e non domani”, sottolinea ammettendo anche che l’Ue, come tutta la comunità internazionale ha inizialmente commesso un errore “sottostimando l’epidemia e l’estensione della minaccia”. È anche vero, sottolinea però il coordinatore europeo, che “l’Ue è stata tra i primi a rispondere alla crisi fin dai suoi stadi iniziali”: l’Ue e gli Stati membri, ricorda, “hanno mobilitato più di 800 milioni di euro per combattere l’epidemia, hanno mandato esperti nei Paesi colpiti, dispiegato laboratori mobili, fornito aiuti fondamentali e stanno sostenendo le autorità locali”. È stato anche “messo a punto un sistema di evacuazione per i lavoratori internazionali” e si sta lavorando con gli Stati membri “per aumentare la capacità di evacuazione”. Nel corso del Consiglio europeo della scorsa settimana, i leader dei Ventotto hanno concordato di portare a un miliardo di euro il proprio sostegno finanziario nella lotta all’Ebola”.
Ma in questi casi, è convinto Stylianides, “è meglio dire meno e fare di più e lasciare parlare le azioni”. Principio che il futuro commissario applicherà anche in prima persona: “Visiterò la regione nelle prossime settimane, a novembre, per esprimere di persona la nostra solidarietà”, annuncia. “Questo – è convinto – mi consentirà di capire meglio i bisogni e decidere i prossimi passi”. Ma si tratta anche di una visita simbolica: “La mia presenza mostrerà che la paura e l’isolamento non sono un’opzione e che la nostra solidarietà è reale e tangibile, le parole non sono abbastanza”.
Dal punto di vista operativo, il compito del coordinatore Ue anti-ebola, spiega Stylianides, è “identificare le lacune” che restano nel “grande sforzo” già in atto da parte dell’Ue e “capire cosa l’Europa può fare per riempirli”. Ma non è un’operazione “per un uomo solo”: per questo l’impegno è a collaborare strettamente con tutti i futuri commissari, in particolare con il prossimo Alto Rappresentante, Federica Mogherini, con cui si lavorerà a diffondere la “consapevolezza politica” della necessità di una maggiore collaborazione da parte di tutti.
“I risultati dell’epidemia fanno francamente paura”, ammette Stylianides, e “l’Ue è preoccupata che la malattia si possa diffondere anche qui dopo i casi registrati in Europa e nel nord America”. Ma “dobbiamo essere vigili e preparati – si impegna il coordinatore Ue – e non dobbiamo permettere che sia la paura a dettare le nostre azioni: le sfide e le responsabilità sono enormi ma io e i miei colleghi siamo determinati ad avere successo, non abbiamo altre opzioni se non lavorare insieme contro la paura, agire e sradicare la malattia”.