“Sull’Italia non abbiamo ancora deciso, stiamo negoziando”. Il giorno dopo lo scontro tra Matteo Renzi e José Manuel Barroso per la lettera della Commissione con i rilievi alla legge di stabilità, il commissario per gli Affari economici, Jyrki Katainen, cerca di smorzare i toni. L’Italia ancora non è stata bocciata e “tutti vogliamo evitare il peggior scenario possibile”, dice Katainen in occasione dell’East Forum di Bruxelles. “Dobbiamo trattare tutti allo stesso modo”, spiega. In sostanza la Commissione ha agito secondo regole e procedure: se c’è qualcosa che non va l’esecutivo comunitario è tenuto a muovere rilievi. “Ma sia chiaro nessuno ha qualcosa contro nessuno”. Certo la sostenibilità delle finanze pubbliche rimane qualcosa di imprescindibile, e questo vale per tutti, Italia compresa. “Il consolidamento di bilancio – ripete Katainen – può essere usato come strumento di fiducia, e resta quindi tra le nostre priorità”. “Nostre”: della Commissione Barroso e anche della Commissione Juncker? Il finlandese, che lavorerà anche nella squadra del lussemburghese non lo precisa, ma lascia intendere che sarà così. “Il lavoro duro della Commissione comincia adesso, adesso che il collegio ha ricevuto l’approvazione del Consiglio…”.
L’Italia non ha i conti a posto, d’accordo, ma potrebbe far valere lo sforzo riformatore se è vero che – come ammette Katainen – “il consolidamento da solo non è sufficiente”. Accanto a questo “servono riforme, riforme a sostegno della crescita potenziale”. Una precisazione per Katainen importante perché “se gli Stati membri stimolano l’economia senza vedere i potenziali di crescita avremo una riduzione dei debito ma non crescita”. Insomma: evitare di dare soldi ‘a pioggia’ per indirizzarli invece in modo mirato e ragionato. La strategia, da qui in avanti, dovrà essere questa. Del resto il piano per gli investimenti a cui sta lavorando il nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, “immetterà trecento miliardi nell’economia reale, ma quello che conterà sarà la qualità degli investimenti”.
Una spesa più efficiente delle risorse e l’individuazione di progetti strategici saranno elementi portanti della nuova strategia che Juncker ha in mente e che Katainen condivide in pieno. “Non voglio trecento miliardi di euro, ma trecento miliardi di euro di veri investimenti”. La priorità resteranno le reti: trasporti, ma soprattutto telecomunicazioni ed energia. Per quanto riguarda il settore delle telecomunicazione – rileva Katainen – “servono l’unbundling (l’accesso di più operatori alla stessa rete, ndr), l’indipendenza delle reti e aumento dei mercati liberi”. Poi il digitale, “la base per creare nuova occupazione”. Infine reti energetiche. “Completamento del mercato dell’energia significa forniture più efficienti a prezzi più equi, e le reti dell’energia richiederanno importanti investimenti”.