C’è preoccupazione, e molta, in Europa su come si svilupperà la crisi economica,perché le cose non vanno come ci si aspettava. E’ preoccupato Matteo Renzi, che sa di guidare un paese in difficoltà grave, ma lo sono anche Angela Merkel e Josè Manuel Barroso. Questa mattina i leader dei Ventotto durante il Consiglio europeo a Bruxelles hanno svolto un ampio dibattito sulla situazione economica e ne hanno concluso che più si lavora uniti e migliori risultati si possono raggiungere.
Renzi ha svolto un lungo e teso intervento, nel quale ha ribadito che l’Italia “conosce bene” i suoi problemi sta facendo tutte le cose che sono state decise nell’Unione, e lo sta facendo perché è convinta che sia la cosa giusta, non perché lo sia stato richiesto. L’Italia ha le sue colpe, ha ammesso il premier, e sta lavorando per recuperare mettendo in cantiere una lunga serie di riforme, alcune delle quali, ha spiegato ai partner, hanno già sperato alcuni esami del Parlamento. Tutto questo lavoro di riforma, ha evidenziato, ha portato a forti contestazioni sociali. La situazione è insomma eccezionale, e non ci si può perdere dietro a dettagli contabili, ha insistito, ma bisogna pensare all’obiettivo grosso della ripresa e della creazione di lavoro, per le quali sono necessarie profonde riforme e investimenti e non certo una politica di austerità.
Il premier secondo le fonti ha poi detto di ritenere che in Europa non si valuti la situazione nella sua reale portata e non ci si renda conto che l’Ue rischia di rimanere troppo indietro rispetto ad altri Paesi che hanno compiuto passi avanti importanti, come gli Stati Uniti
Angela Merkel ha risposto direttamente a Renzi, riconoscendo che l’Italia sta facendo quel che deve e che non si è più nella situazione del 2011, che lei spera di non rivivere mai più, ha detto. La cancelliera, e non è una sorpresa, ha poi sottolineato il valore delle regole, lamentandosi però che di norma non si rispettano fino in fondo gli impegni che pure si sono presi insieme. Certo, secondo Berlino gli investimenti sono necessari, ma chi è indebitato oltre i limiti deve trovare la maniera di non aumentare il proprio debito. Come già aveva fatto Renzi, anche Merkel ha messo sull’avviso che in altre parti del mondo l’economia corre più robusta.
Di fiducia, riforme (mercato unico in particolare) e sostegno alle banche ha parlato il premier britannico David Cameron, che non sembrava per niente uno in procinto di lasciare l’Unione europea, è stato osservato.
Il messaggio negativo a nome di tutti lo aveva però lanciato Barroso aprendo la seduta. L’economia, ha detto, non va come avremmo voluto, gli indicatori non sono buoni e la ripresa (quando c’è) ha velocità troppo diverse tra stato e stato. Grande preoccupazione è poi stata trasmessa sul fronte della disoccupazione e sui dubbi che hanno i mercati sugli sviluppi possibili della situazione. L’Europa cerca dunque un messaggio di fiducia e per farlo bisogna rispettare le regole (come chiedono i partner internazionali), rimettere a posto i conti, anche perché si è fatto ogni sforzo, ha sostenuto, per utilizzare la massima flessibilità e favorire le “fondamentali” riforme strutturali e gli investimenti.