“Penso che sia finito in questo palazzo il tempo delle lettere segrete, con l’Italia l’open data sarà totale”. Non si fa pregare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e arrivando al vertice dei leader dei Venttotto risponde “di sciabola” (come twitta il suo portavoce), alle critiche arrivate dal presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso per la decisione del governo italiano di rendere pubblica la lettera della Commissione con la richiesta di chiarimenti sulla nostra legge di stabilità. “Sono stupito che Barroso sia sorpreso”, commenta Renzi ricordando che le prime anticipazioni sulla lettera all’Italia sono arrivate proprio da Bruxelles. È arrivato “il momento della open transparency totale”, chiarisce il premier, avvisando: “È solo l’inizio”, da ora “chiederemo che ogni dato sensibile della Commissione europea sia pubblicato, come è giusto che sia”, “pubblicheremo i dati economici di questi palazzi e sarà divertente”. Ma questo riguarderà Jean-Claude Juncker, infierisce Renzi e non “il presidente Barroso che la prossima settimana non sarà più il presidente della Commissione europea”.
Entrando nel merito dei rilievi mossi dall’esecutivo comunitario, secondo il Presidente del Consiglio “non ci sono grossi problemi”: “Stiamo discutendo di uno o due miliardi di differenza e possiamo metterli anche domattina su una manovra da 36 miliardi”, ostenta sicurezza Renzi. Insomma “il problema dei due miliardi che potrebbero in teoria essere necessari corrisponde davvero a un piccolissimo sforzo” e “ai cittadini italiani dico: non c’è da preoccuparsi”. Per il presidente del Consiglio ora “si tratta di fare capire che abbiamo fatto una grande manovra per ridurre le tasse e visto che tante volte dall’Europa ci hanno chiesto di ridurre le tasse ora che l’abbiamo fatto non sarà certo una piccola discussione sui decimali e sulle virgole a fermare il percorso di cambiamento del nostro Paese”.Quello che è invece potrebbe essere interessante approfondire, obietta Renzi, “è quali sono le valutazioni politiche sulle circostanze eccezionali di cui parlano trattati e regolamenti”.