Per combattere la diffusione del virus Ebola in Europa “bisogna subito sospendere Schengen e riattivare tutti i controlli alle frontiere”, e bisogna “bloccare tutti i voli, ad eccezione di quelli che portano aiuti, in arrivo e in partenza dalle tre nazioni africane più colpite dall’epidemia”. È la soluzione proposta da Marine Le Pen, leader del Front National francese, insieme agli altri partiti, tra cui la Lega Nord, del gruppo (soltanto informale) dell’estrema destra al Parlamento europeo.
Secondo Le Pen si deve sì “agire rapidamente in ambito di reale e necessaria cooperazione sanitaria con un aiuto organizzato e coerente ai tre Paesi”, visto che “sappiamo che loro sistema non è all’altezza di fronteggiare un virus così pericoloso”. Ma intanto bisogna isolare Liberia, Sierra Leone e Guinea e riattivare nel nostro continente tutti i controlli alle frontiere perché “con più controlli è più facile intervenire”. Serve poi un “piano per strutture sanitarie pluridisciplinarie” da metter in piedi sempre “alle frontiere”. Inoltre bisognerebbe, a suo avviso, sospendere anche “tutte le importazioni di prodotti agricoli, come le banane che possono essere contaminate da cadaveri di pipistrelli, uno degli animali che trasporta il virus”. Per la leader del Front National si tratterebbe di “misure di buon senso”.
D’accordo con lei Matteo Salvini secondo cui l’Europa “è fuorilegge e dovrebbe essere sanzionata” perché non rispetta “l’articolo 168 del testo sul funzionamento dell’Ue che prevede sorveglianza, allarme e lotta contro le grandi minacce per la salute a carattere transfrontaliero”, mentre Bruxelles “non applica quando previsto dalla normativa che prevede anche respingimenti”, quindi “almeno i controlli alla frontiera sarebbero il minimo”. E a chi gli fa notare che i controlli alle frontiere comporterebbero costi maggiori per gli imprenditori ha risposto che “la salute non ha prezzo e se ‘business is business’ allora l’Ue tolga oggi pomeriggio le sanzioni contro la Russia che stanno facendo più male agli imprenditori di quanto non possano fare tutti i confini del mondo messi insieme”.