Il Consiglio europeo di domani e venerdì deve mirare a raggiungere un singolo accordo vincolante sul target di emissioni di gas serra anziché perseguire 3 differenti obiettivi. Questa l’opinione di BusinessEurope nel pacchetto clima energia 2030. Pur riconoscendo l’importanza dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, secondo l’associazione che rappresenta le Confindustrie europee, non è economicamente efficiente portare avanti 3 proposte sovrapposte. Da questo punto di vista per BusinessEurope la vecchia strategia clima energia 2020 è stata esemplare poiché ha chiaramente dimostrato gli effetti negativi prodotti dalle interazioni di tre target diversi, come ad esempio la creazione di distorsioni di mercato.
Al contempo, la lobby degli industriali ritiene che la proposta del Consiglio, di ridurre del 40% i gas serra, debba essere rivista dopo la Conferenza climatica di Parigi (COP21). “Il target del 40% è molto ambizioso per poter essere raggiunto nel breve periodo” ha commentato il Direttore generale Markus J. Bayrer durante l’incontro con la stampa internazionale tenutosi oggi a Bruxelles. Di conseguenza, tale obiettivo deve essere “adattato a seconda del comportamento tenuto dagli altri paesi” affinché vi sia una parità di condizioni tra l’industria europea ed i suoi principali concorrenti. Bayrer ha fatto inoltre notare come sembri mancare un consenso unanime persino tra i paesi europei per quanto riguarda la soglia del 40% per i gas serra. Secondo indiscrezioni l’Austria ad esempio sembra non essere certa di voler aderire a tale obiettivo.
Parallelamente alla definizione di un accordo vincolante sul target delle emissioni, BusinessEurope e tutti i suoi membri richiedo al Consiglio di riformare radicalmente il sistema di scambio delle quote di emissioni (ETS) nel periodo successivo al 2020. Esso deve divenire l’unico strumento europeo per la riduzione delle emissioni, crescita delle rinnovabili, ed efficienza energetica dell’industria. Di conseguenza, il Consiglio dovrebbe chiedere alla Commissione di approvare, entro i primi 6 mesi di mandato, un pacchetto di riforme completo. Al suo interno dovrebbero essere incluse innanzitutto misure a tutela dell’industria contro il fenomeno del carbon leakage, ovvero la migrazione della produzione verso aree meno regolamentate. Inoltre, la Commissione dovrebbe considerare sia i costi energetici diretti ed indiretti fronteggiati dall’industria, quali i prezzi dell’elettricità, sia l’inclusione di proposte per la stabilità del mercato.
La strategia clima energia 2030 può segnare una svolta per l’Europa ma al suo interno essa deve riuscire ad allineare gli obiettivi climatici con le ambizioni di crescita industriale. In caso contrario, “ci saranno solo ingenti costi aggiuntivi per l’economia dell’Unione senza impatti significativi sul riscaldamento globale” ha concluso BusinessEurope.