Per il suo diritto di parlare in Aula aveva fatto una vera battaglia. Appena arrivata a Strasburgo non aveva esitato un secondo a urlare chiedendo le dimissioni del Presidente, Martin Schulz, che non le aveva concesso la parola a suo dire a suo dire ingiustamente (in realtà l’aveva chiesta in un momento in cui non poteva parlare). Poi pur di farsi ascoltare, si era presentata a Strasburgo equipaggiata di trombetta, fischietto e bandierine per essere sicura di non essere ignorata. Ma ora ad Alessandra Mussolini, tutta questa voglia di prendere la parola deve essere passata. O almeno così si direbbe a giudicare da quanto accaduto oggi in Aula, nel corso del dibattito sul semestre europeo.
Il vicepresidente Ryszard Czarnecki, che stava guidando i lavori dell’Aula, le ha ceduto la parola ma dopo qualche istante di silenzio perplesso ha dovuto constatare che dopo avere chiesto la parola, Mussolini aveva abbandonato l’Aula. “A nome del Ppe do ora la parola all’onorevole Alessandra Mussolini per un minuto”, ha scandito il polacco. Silenzio e qualche brusio, quel tanto che basta per capire che per il Ppe non c’è nessuno a prendere la parola. “Ok, se la signora Mussolini è assente possiamo passare a Othmar Karas”.