L’Unione europea è pronta a offrire aiuto nel coordinamento delle azioni di risposta all’epidemia di Ebola che sta affliggendo i paesi dell’Africa occidentale, e, hanno deciso oggi a Lussemburgo i minsitri deglie Esteri, ci sarà un coordinatore (o una coordinatrice) unico per la lotta all’emergenza. Questa emergenza “rischia di assumere controni drammatici nei prossimi mesi – ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini – e non solo a livello regionale ma a globale”. I ventotto capi diplomazia hanno convenuto che “uno sforzo unito, coordinato e continuato si rende necessario per contenere l’epidemia e fornire l’assistenza adeguata” ai paesi colpiti, e in tal senso – hanno scritto nelle conclusioni del meeting – “l’Unione europea è pronta a coordinare con gli altri partner internazionali l’organizzazione di una conferenza di Alto livello sull’Ebola che abbia un’ampia partecipazione”. Il tutto, “nel rispetto del ruolo di coordinamento principale delle Nazioni Unite”.
L’Italia è pronta a fare la sua parte, ha detto il ministro a Lussemburgo, “intanto partiamo con cinque milioni e siamo pronti ad arrivare fino a cinquanta, fornendo anche cento posti letto in Sierra Leone”. L’impegno non finisce qui, “serve personale specializzato – ha aggiunto Mogherini – e noi abbiamo un centro di assoluta eccellenza nello Spallanzani di Roma”.
I ministri dei Ventotto hanno poi deciso di rimandare alla prossima riunione le valutazioni e l’esame delle implicazioni politico-economiche che questa epidemia di Ebola rischia di avere, e sarà dunque nelle mani di Federica Mogherini, prossimo Alto rappresentate dell’Ue, a gestire il dossier.
Il consiglio Esteri di Lussemburgo ha dato seguito al percorso avviato il 16 ottobre scorso con la riunione informale dei ministri della Salute e della Sanità a Bruxelles. La risposta sul terrono dell’Ue alla crisi di Ebola non cambia: controllo dei passaporti, scambio di informazioni sui passeggeri dei voli in entrata e uscita dall’Ue con destinazione o provenienza da uno dei paesi africani teatro dei focolai del virus, misure di isolamento dei pazienti considerati a rischio, rafforzamento delle campagne informative sui paesi a rischio da fornire ad equipaggi e passeggeri degli aerei restano le linee lungo cui l’Europa svilupperà il proprio lavoro. Il Consiglio Ue ha chiesto quindi ai servizi della Commissione, di concerto con l’Organizzazione mondiale della sanità, “la verifica dell’efficacia dei sistemi di controllo ai punti di uscita dei paesi colpiti” dall’ondata del virus e di rafforzarli “dove necessario”.