La prima volta forse si è fatto tutto un po’ troppo di corsa e il risultato oggi è stato quello che è stato. Ora però “non abbiamo nessuna fretta” ed è “meglio restare un po’ di più nei non iscritti ma operare le scelte in maniera intelligente e ponderata”. Per il capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Ignazio Corrao, l’ultima cosa che bisogna fare dopo lo scioglimento del gruppo Efdd di cui i grillini facevano parte è farsi prendere dal panico ed accettare la prima soluzione plausibile soltanto per fare più in fretta. “La fretta, si sa, è cattiva consigliera”, dice.
La prima volta lo è stata?
La prima volta più che fretta è stato il fatto che noi qui non c’eravamo ancora e quindi qualsiasi valutazione veniva fatta sulla base di un’esperienza che non c’era. Oggi non è che siamo qui da una vita ma questi tre-quattro mesi fanno sì che non solo gli altri ci conoscono ma anche noi abbiamo una contezza diversa di quello che succede qui.
I critici dicono che questa è la dimostrazione del fatto che Efdd era un gruppo sbagliato fin dall’inizio?
Lasciamo ai critici la libertà di critica e di esprimere la propria valutazione ma parlare col senno di poi è sempre facile. Sarà il tempo a dire se una cosa è stata sbagliata o è stata giusta.
Non l’ha già detto visto lo scioglimento?
Non è detto, bisognerà fare una valutazione dopo più tempo. Questo è solo un primo passo, magari si trova qualche altro deputato che entra e si continua con questo gruppo.
È questa l’ipotesi a cui state lavorando?
È una delle ipotesi. Si possono creare nuovi gruppi come si potrebbe ricomporre un gruppo con queste stesse delegazioni trovandone altre pronte ad entrare.
Pensa che sarebbe la cosa migliore?
Sicuramente la più facile. Abbiamo coordinatori in tutte le commissioni, abbiamo un gruppo, abbiamo dei dipendenti. Ci sono un sacco di cose burocratiche e tecniche che vuoi o non vuoi ci creeranno dei problemi quindi è chiaro che la cosa migliore sarebbe riuscire a tamponare questa situazione. Facciamo parte dell’ufficio di presidenza allargato di tutte le commissioni e quindi ci sediamo al tavolo e decidiamo con gli altri coordinatori quali sono le priorità, cosa che come non iscritti non potremmo fare e questo sarebbe un problema perché questo ci farebbe perdere la possibilità di partecipare al processo decisionale. Non è essenziale però è importante.
C’è già qualche deputato che ha manifestato interesse a unirsi a voi?
No, dobbiamo ragionarci con calma. Siamo diciassette persone ci metteremo lì ragioniamo con calma, anche con Grillo, Casaleggio e con gli attivisti d’Italia. Cerchiamo di valutare tutto attentamente. Ma quello che mi aspetto è che a noi arrivino molte proposte.
Perché?
Secondo me tutti sono interessati ad avere il Movimento 5 Stelle nel loro gruppo. Dopo averci conosciuto, dopo avere visto che il lavoro nelle commissioni lo facciamo bene. Siamo gente che lavora e possiamo solo migliorare il rendimento e la capacità produttiva di un gruppo.
Se tra gli inviti ci fosse quello dei Verdi?
Bisognerà valutare quali sono le nostre priorità e con chi ci vogliamo lavorare, sarebbe prematuro dirlo ora. Ritorniamo allo stesso discorso dell’inizio. Ci sono gruppi con cui andiamo d’accordissimo per certe cose, con altri per altre. Fino ad ora nel nostro gruppo abbiamo avuto la libertà di voto proprio perché su alcune tematiche eravamo assolutamente in contrasto e quindi l’avevamo stabilito a priori. Sicuramente questa cosa sarebbe un problema in un gruppo che non permette la stessa libertà.
Un eventuale invito dei verdi quindi sarebbe valutato?
Tutti saranno valutati, tutte le ipotesi saranno valutate.
Rifarete una consultazione online come l’altra volta o questa volta scegliete da soli?
No, che stavolta facciamo noi non credo proprio, perché comunque i titolari del potere decisionale rimangono i cittadini, però vedremo quando sarà il momento.
Tornando indietro cambierebbe qualcosa del referendum fatto a inizio legislatura?
La mia valutazione esclusivamente personale è che è giusto lasciare la scelta a chi vota quindi dal punto di vista sostanziale bisogna cercare di informare, creare ipotesi aderenti al nostro programma e poi lasciare scegliere ai cittadini.
Bisognava lasciare una scelta più ampia?
Quello era un momento confusionario, non si sapeva chi trattava con chi, la situazione era un po’ confusa. In generale la strada migliore da seguire è informare bene su tutti i pro e i contro di una determinata scelta nella maniera più neutrale e ampia possibile e lasciare poi libera scelta ai cittadini.
Quindi se rifaceste il voto vorrebbe che ci fossero anche i Verdi?
Io vorrei che ci fossero tutti, pure i socialisti e i popolari. Tu devi spiegare: guarda se andiamo nei popolari il pro è questo e il contro è che non siamo più il Movimento 5 Stelle, se andiamo nei socialisti il pro è questo e il contro è che siamo uguali al Pd. Ma nulla osta.