Nessuna “trattativa” è in corso con Bruxelles per far “passare” la legge di stabilità italiana, però si sta facendo il massimo, nel rispetto dei vincoli, considerando che la situazione economia in Europa si è “degradata” e non solo in Italia, rendendo dunque necessario un maggior sostegno agli investimenti con le scelte di politca economica conseguenti.
A poche ore dall’inizio del Consiglio dei Ministri che varerà la legge di bilancio, che entro mezzanotte dovrà essere inviata alla Commissione europea perché ne esamini la coerenza con le regole dell’Unione, Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei incontra i giornalisti a Bruxelles a margine di un convegno e volentieri si concede ad una raffica di domande.
Domanda: Cosa vi aspettate dalla Commissione. La trattativa porterà buoni frutti?
Gozi: “Innanzitutto non c’è nessuna trattativa in corso, c’è un lavoro molto serio che il governo italiano sta facendo sulla nuova legge di stabilità. Alla luce di un principio molto semplice diciamo quello che facciamo e facciamo quello che diciamo. Fin dall’inizio governo Renzi ha detto che era assolutamente necessario, vista la crisi economica e sociale, usare molto di più e meglio tutte le regole europee del Patto stabilità e crescita e usare molto di più e molto meglio la flessibilità. Lo abbiamo detto lo abbiamo fatto nel Documento di economia e finanza di aprile e stiamo applicando la nostra posizione anche nella legge di stabilità”.
D.: Anche la Commissione riconosce che la situazione è peggiorata…
G.: “Se anche la Commissione europea prende atto che dato che rispetto a sei mesi fa la situazione economica è molto peggiorata e si è degradata ed è evidente che non ci son le precondizioni, a un contesto economico diverso occorre dare risposte diverse. Certamente mi sembra un’ottima notizia, è chiaro che non dobbiamo ‘parlare’ di crescita ma dobbiamo mettere sul tavolo le condizioni per favorire la crescita, e una finanziaria con una legge di stabilità come la nostra che, mai si è visto prima, riduce di 18 miliardi le tasse, che punta a ridurre innanzitutto a ridurre quelle sul lavoro, che punta sul potere d’acquisto, sulla revisione della spesa che vuol dire anche lotta alla burocrazia e che deliberatamente vuole sfruttare quei margini di bilancio del 3% che ci sono per fare quello che l’Ue dice di voler fare e cioè crescita, per noi questa dovrebbe essere una buona notizia anche a Bruxelles”.
D.: C’è collaborazione tra la Commissione uscente di Barroso e quella entrante di Juncker? Prevede differenza di valutazione tra i due team?
G.: “Per noi differenza non dovrebbe esserci perché la condizione economica e sociale è davanti agli occhi sia del team Barroso che di quello Juncker, è evidente a tutti che l’Europa è in recessione e che anche le economie che andavano forte oggi rallentano, penso al caso Germania che è il più eclatante, ma anche in altri paesi, come l’Olanda, la situazione economica è di fronte agli occhi di tutti. Juncker è stato designato e eletto sulla base di un’agenda che lo impegna direttamente e politicamente e che è un’agenda che si focalizza innanzitutto sulla crescita e impone di fare il massimo uso della flessibilità possibile. Per noi è importante che la Commissione cominci a lavorare il primo novembre soprattutto perché vogliamo che il piano per gli investimenti e altri aspetti fondamentali del programma siano già presentati al Consiglio europeo di dicembre”.
D.: Ma, insomma, è fiducioso che la legge di stabilità verrà approvata?
G.: “Sono fiducioso che la legge stabilità sia una legge che fa bene all’Italia e all’Europa e sono fiducioso che sia una legge in coerenza con gli impegni presi a giugno nell’agenda van Rompuy e con tutto quello che abbiamo detto in vari Consiglio durante la nostra presidenza. Questa è le nostra interpretazione spetta alla Commissione decidere come valutare, ma ripeto i parametri sono che la condizione economica e sociale che è molto degradata e l’impegno politico dell’Ue è di mettere la crescita al centro e di fare massimo uso dei principi flessibilità. Non è una questione solo matematica , aritmetica (come aveva detto ieri il commissario agli Affari economici Jyrki Katainen, ndr), è questione di economia, sociale, questione di intelligenza politica”.
D.: Dunque è una questione politica?
G.: “È questione di politica economica, di scelte che devono essere messe al centro dei nuovi obiettivi politici applicando le regole, pienamente, e applicando pienamente tutte le possibilità che le regole offrono al servizio della scelta politica che è quella di favorire la crescita, e creare condizioni per abbassare le tasse”.