Gli obiettivi dell’Italia sono chiari: correzione strutturale annua del deficit pari allo 0,7% del Pil per gli anni 2013, 2014 e 2015. La Commissione europea attende che il governo consegni la bozza di legge di stabilità, e come di consuetudine non si sbilancia. Si attendono le carte, e solo dopo averle ricevute e analizzate si potrà formulare un giudizio. Bocche cucite fino all’ultimo, anche perché il Consiglio dei ministri che deve varare il testo è stato convocato per il tardo pomeriggio, e l’Italia invierà il tutto in tarda serata. Gli annunci e le dichiarazioni degli ultimi giorni sono arrivate a Bruxelles, e qui se ufficialmente si preferiscono i “no comment” di rito, a microfoni e telecamere spenti però si storce il naso.
L’Italia, attraverso il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha fatto sapere che gli obiettivi non saranno rispettati. Al momento, secondo gli annunci del governo, la correzione del deficit strutturale per il 2015 dovrebbe limitarsi allo 0,1% del Pil, ben al di sotto di quanto richiesto da Bruxelles. Indiscrezioni che non a caso inducono i funzionari del Berlaymont a ricordare che l’Italia aveva ben altri obiettivi, vale a dire quello dello 0,7% del Prodotto interno lordo. Se invece sarà confermato 0,1% l’Italia andrà incontro al rischio di una bocciatura del piano di legge di stabilità messo a punto dal governo Renzi. Molto dipenderà anche dai calcoli che farà la direzione generale Ecofin di Jyrki Katainen: lo sforzo sollecitato all’Italia per il prossimo anno potrebbe essere rivisto, probabilmente al ribasso, sulla delle previsioni economiche autunnali, che saranno pubblicate all’inizio di novembre.
Anche se, si dice, eventuali correzioni al ribasso non dovrebbero essere poi così sostanziose (0,1% o 0,2% in meno). Attenzione, però: in base alle regole se la Commissione dovesse rigettare il piano di bilancio italiano ciò avverrebbe prima della pubblicazione delle previsioni economiche autunnali. In caso di “gravi” discostamenti dagli obiettivi richiesti la Commissione ha due settimana di tempo per obiettare a partire dal giorno di invio del piano di bilancio. Il conto alla rovescia sta per cominciare: dalla mezzanotte di oggi ci sono due settimane di tempo per capire se l’Italia sarà richiamata all’ordine o se il governo Renzi avrà superato l’esame.