Roma – Il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti ha “l’appoggio totale e incondizionato del governo” italiano. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo a Palazzo Colonna, a Roma, dove si è tenuta una giornata di dialogo sul Ttip organizzata dal vice ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda.
“Ogni giorno che passa è un giorno perso”, secondo Renzi, il quale si attende “un salto di qualità e uno scatto in avanti” nelle trattative, con l’augurio che si concludano “entro la fine del prossimo anno”. Perché il Ttip, ne è convinto il premier, “non è un semplice accordo commerciale come altri, ma è una scelta strategica e culturale per l’Ue”.
Il presidente del Consiglio non ammette critiche dunque. Anzi, l’iniziativa di oggi “è una risposta” a tutti coloro che si oppongono alla firma dell’accordo tra Usa e Ue. Poco importa se le contestazioni arrivino da premi nobel come Joseph Stiglitz, o da parlamentari europei dello stesso partito del premier, come Sergio Cofferati.
Anche Calenda ha puntato il dito contro “chi ritiene che il Ttip sia un accordo fatto per le multinazionali, con l’obiettivo si abbassare gli standard di sicurezza sociali e regolamentari”. Da questo punto di vista ha salutato con favore la declassificazione del mandato per le trattative. Se il documento viene letto “in buona fede”, sostiene il viceministro, si trovano tutte le “risposte alle comprensibili preoccupazioni dell’opinione pubblica”. In particolare, secondo l’interpretazione che Calenda dà del mandato, “i servizi pubblici non sono oggetto di negoziazione, così come non lo è la cultura o l’accesso indiscriminato degli OGM, o ancora la possibilità di limitare la sovranità dei governi europei”.
Tuttavia, soprattutto su quest’ultimo punto, i pareri non sono concordanti. La segretaria generale del Ces (Confederazione dei sindacati europei) ha espresso forti critiche all’Isds, il meccanismo che consentirebbe a un’azienda di intentare causa contro uno Stato membro davanti alla Corte di giustizia europea, qualora si ritenesse danneggiata da una legge nazionale in contrasto con il Ttip. Per Bernadette Ségol, “occorre eliminare il meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato”. La sindacalista si chiede “perché, nelle nostre democrazie, gli investitori abbiano bisogno di tutele speciali”.
Che le regole siano il vero punto cruciale del trattato lo ha confermato esplicitamente Giorgio Squinzi. Per il presidente di Confindustria, infatti, “il vero problema non sono le barriere tariffarie ma quelle regolamentari”.