Il lavoro di questi mesi non è bastato a farsi perdonare il peccato originale, e cioè quello di avere scelto di sedere nello stesso gruppo dell’euroscettico, Nigel Farage, leader dell’Ukip. Ancora oggi i grandi gruppi politici puniscono il Movimento 5 Stelle e fanno quadrato per escluderlo da tutte le cariche del Parlamento europeo, anche le meno prestigiose. Era già successo per la presidenza dell’Aula e poi per presidenze e vicepresidenze delle commissioni, e ora il copione si ripete per la costituzione delle delegazioni parlamentari che intrattengono rapporti e scambi di informazioni con i Paesi terzi.
Secondo il metodo d’Hont (sistema tradizionalmente usato per dividere equamente le cariche tra i gruppi politici in base alla grandezza di ciascuno schieramento) ai Cinque Stelle sarebbero spettate quattro cariche: a Tiziana Beghin, doveva andare la Presidenza della Delegazione per le relazioni con l’Australia e la Nuova Zelanda, mentre a Ignazio Corrao, David Borrelli e Fabio Zullo, tre vicepresidenze (rispettivamente rapporti con il parlamento Panafricano, con i Paesi del Mashreq e Montenegro). Niente di tutto questo: secondo la prassi già collaudata per la formazione delle commissioni, ad ogni votazione che avrebbe potuto assegnare la carica a un grillino, i liberali hanno presentato un candidato alternativo, votato poi anche da popolari e socialisti, annullando ogni possibilità di vittoria per il Cinque Stelle di turno.
Un comportamento che ha mandato su tutte le furie i grillini: “È un atteggiamento autoritario, antidemocratico e antieuropeista, da parte di chi ritiene di essere più rappresentativo degli altri”, attacca il capo delegazione, Ignazio Corrao che per protesta ha anche abbandonato l’aula durante l’ultima votazione che lo riguardava: “Come possiamo pretendere di andare a spiegare la democrazia all’Africa se poi qui non rispettiamo i diritti più basilari?”, si chiede. Il colpo arriva tanto più forte perché inatteso: “Non ce l’aspettavamo – ammette – all’inizio non ci conoscevano ma ora sono mesi che tutti ci vedono lavorare con intensità”.
Furiosa anche l’esclusa dall’unica presidenza in palio, Tiziana Beghin: “Per boicottare la mia candidatura – accusa – sono stati costretti a chiamare i membri sostituti che non sapevano nemmeno per cosa votassero. C’era un ordine calato dall’alto, perché non vogliono dare cariche a chi vuole sfasciare l’Europa. Ma noi non vogliamo sfasciarla: vogliamo cambiarla, e in meglio”. Le cariche “erano state già negoziate, è come se intorno a noi ci fosse un cordone sanitario”, concorda anche Fabio Massimo Castaldo, del M5S.
A criticare il blocco di popolari, socialisti e liberali sono anche altri schieramenti. Come in passato Verdi, Gue e conservatori esprimono solidarietà ai grillini. “Non è possibile continuare ad insistere in un’ingiustizia flagrante nei confronti del Movimento 5 Stelle”, è intervenuto durante la riunione della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Mashrek, Notis Marias, vicepresidente di Ecr, che ha chiesto venisse rispettato il metodo d’Hont.