Il Patto di stabilità “è stupido ma lo rispetto”. È Matteo Renzi a sostenerlo. Il presidente del Consiglio, davanti all’assemblea di Confindustria a Bergamo, dice di voler mantenere gli impegni di bilancio “perché l’Italia ha un problema di credibilità in Europa”. Quindi, aggiunge il premier, “dobbiamo dimostrare credibilità ai partner europei e ai mercati”. Anche il Fiscal compact non è gradito. “Non mi piace – spiega Renzi – ma è stato votato da altri governi e da tutti i colori” politici, essendo stato approvato con il sostegno di Pd, Pdl e Udc quando a palazzo Chigi c’era Mario Monti. Di conseguenza, aggiunge, “non posso dire che non lo rispetto”.
Nonostante questo, il premier promette “la più grande operazione di taglio delle tasse mai tentata”. Sarà contenuta nella prossima Legge di stabilità, che verrà votata mercoledì dal Consiglio dei ministri e subito inviata a Bruxelles per ricevere il parere della Commissione. Si tratta di una sforbiciata “da 18 miliardi di euro”, garantisce il premier. La maggior parte, 10 miliardi, serviranno a confermare il bonus da 80 per le buste paga che non superano i 1.500. Mezzo miliardo sarà usato per garantire detrazioni alle famiglie e il resto per sostenere le imprese.
Su quest’ultimo fronte, 6,5 miliardi saranno usati per defalcare la componente lavoro dall’Irap. Un miliardo, infine, per sostenere le nuove assunzioni. “Chi assumerà a tempo indeterminato nel 2015 – annuncia Renzi – per tre anni non pagherà tasse sulle nuove assunzioni”. Questo provvedimento, insieme con l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (quello che prevede il reintegro per i licenziamenti senza giusta causa), è la “sfida” di Renzi agli imprenditori. La sua ultima carta per stimolare un rilancio dell’occupazione.
La manovra conterrà comunque “30 miliardi di tagli”, avverte il premier, “senza però aumentare un centesimo di tasse”. Per avere conferma degli annunci bisognerà attendere di vedere in concreto la Legge di stabilità. Intanto però, Renzi anticipa che anche i Comuni avranno margini di manovra più ampi “del 77%” rispetto al Patto di stabilità interno. “Libereremo ‘spazi di patto’ per un miliardo di euro” in favore degli enti locali, promette. “Non è ancora quello che vorrei”, spiega, perché l’intenzione è di “eliminare il Patto di stabilità per Regioni e Comuni”.