Le direttive secondo le quali si svolge il negoziato commerciale e finanziario Ue-Usa TTIP sono pubbliche. Il semaforo verde è arrivato stamane dagli Stati membri dell’Unione Europea: tramite quella che in gergo è definita “declassificazione delle direttive di negoziato”, hanno deciso di rendere pubblico il “mandato negoziale” per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti, cosiddetto TTIP, da ora non più coperto da segreto.
“Sono felice che i governi hanno deciso ciò che incoraggiavo da molto tempo”, ha dichiarato il commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht, “sottolineando il nostro impegno per una maggiore trasparenza”.
Il problema della “scarsa” trasparenza e pubblicità dei colloqui sul TTIP era stato sollevato da più parti. Recentemente il mediatore europeo Emily O’Reilly, su pressione anche del Parlamento Europeo, ha avviato una consultazione online, tuttora in corso, con cui i soggetti interessati possono dire la propria sulle misure concrete che la Commissione dovrebbe intraprendere per rendere più trasparenti i negoziati TTIP. Molte Ong e gruppi politici si erano uniti al coro per chiedere che i colloqui sul Trattato fossero i più aperti possibile. E la decisione di oggi non può che accontentare, almeno in parte, quanti chiedevano più trasparenza. Secondo Carlo Calenda, viceministro allo Sviluppo economico italiano, “è un passo importante, che la Presidenza italiana del Consiglio Ue voleva già da tempo”. Allo stesso modo, il vice-ministro puntualizza come questa decisione “rafforza le argomentazioni a sostegno della conclusione dell’accordo TTIP, un pilastro della futura ripresa economica”.
Contenti, se pur diversamente, anche la maggior parte dei gruppi al Parlamento europeo. Per Daniel Caspary, portavoce Popolari “la pubblicazione del mandato negoziale è un altro passo per riconquistare la fiducia dei cittadini, che devono conoscere lo stato attuale del TTIP”. Soddisfazione pure per la liberale dell’Alde Marietje Schaake che però avverte “è solo il primo passo verso un maggiore coinvolgimento delle parti interessate come le piccole medie imprese e diversi gruppi della società civile”. Mentre il portavoce per il commercio internazionale dei Socialisti non nasconde vi siano alcune riserve e commenta con un ironico “ meglio tardi che mai”. Simile il giudizio dei Verdi: “trasparenza tardiva, ce ne vuole molta di più”. Infine per Emma McClarkin dei Conservatori, togliere il segreto dal mandato negoziale è una buona mossa per “fugare i timori di molte persone verso il Partenariato”.
Il mandato è stato concordato nel giugno 2013 e a condurre i colloqui per conto dell’Unione è la Commissione che ha svolto sette cicli di negoziato, l’ultimo dei quali a Washington dal 29 settembre al 3 ottobre.