Allarga le braccia, sospira. La storia che i giornalisti italiani le raccontano, quella di un ministro dell’Interno che chiede ai sindaci di cancellare le trascrizioni delle nozze gay celebrate all’estero, non la sorprende: “Sfortunatamente questi problemi sono molti comuni, sono stata in diversi Paesi e sono sempre sottoposta alle stesse domande”. Domande su problemi che lei, Conchita Wurst, la drag queen con la barba vincitrice dell’ultimo festival europeo della canzone e diventata simbolo della lotta per la tolleranza, non riesce davvero a comprendere. “Non capisco quale sia l’ostacolo al matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono sbalordita”, dice al Parlamento europeo dove è stata invitata dal gruppo dei Verdi. “A me quello che interessa è il carattere di una persona, non capisco perché si continua a parlare di cose inutili come la sessualità o il colore della pelle”, continua Wurst.
E invece “molti politici”, afferma riferendosi al ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano “hanno paura”, proprio loro che “dovrebbero fare sì che la democrazia porti l’uguaglianza dei diritti per tutti”. Evidentemente, conclude Wurst, “ci sono persone che non vogliono che tutti siano felici”.