Al Parlamento europeo continuano frenetiche le trattative sulla nuova Commissione europea. Per tutta la giornata si sono rincorse voci di un possibile ritiro della candidatura della slovena Alenka Btarusek, la cui audizione è stata da tutti ritenuta insufficiente, voci smentite dalla diretta interessata che le ha definite “una montatura e la continuazione della pressioni sulla mia candidatura in atto già da più di un mese”. Ritiro o meno Bratusek è sempre più vicina a una bocciatura da parte degli eurodeputati. “Non rappresento un partito, ma l’Europarlamento. La signora Bratusek non ha ottenuto la maggioranza nelle commissioni competenti”, ha detto a Milando il presidente del parlamento europeo Martin Schulz. “Per il momento non ho notizie – ha poi aggiunto-, Bratusek mi ha telefonato stamattina, le ho consigliato di parlare alle commissioni e ai capigruppo parlamentari e penso che questo accadrà, ma sulla base delle mie informazioni in questo momento non c’è la maggioranza per la signora Bratusek”.
Al momento sono 5 i commissari designati che attendono ancora una approvazione formale dell’Assemblea comunitaria: Pierre Moscovici (Affari economici, Pse), Jyrki Katainen (Vicepresidente e commissario a Lavoro e Crescita, Ppe), Miguel Arias Canete (Clima ed Energia, Ppe), Jonathan Hill (Servizi finanziari e Mercati, Ecr), Valdis Dombrovskis (vicepresidente e commissario all’Euro, Ppe), e appunto la liberale Bratusek, vicepresidente e commissaria all’Unione energetica.
Socialisti e popolari, secondo quanto appreso da eunews, avrebbero trovato il modo di sistemare tutte le questioni sospese con un compromesso in una sola mossa che permetterebbe di sbloccare la situazione e garantire il via libera al nuovo esecutivo il prossimo 22 ottobre a Strasburgo. Bratusek verrebbe sostituita dall’altro nome proposto da Lubiana questa estate, Tanja Fajon, eurodeputata S&D, portando così il numero dei commissari del Pse a quota 9, contro i 14 del Ppe. Fajon però non prenderebbe il posto dell’ex premier slovena nell’esecutivo, non avendo abbastanza esperienza politica per il ruolo, ma a lei verrebbe dato il portafoglio di Trasporti e Spazio, che al momento è stato assegnato al socialista slovacco Maros Sefcovic. A quest’ultimo verrebbero date le cariche ora della Bratusek, ovvero il ruolo di vicepresidente, che Sefcovic ha già ricoperto nell’esecutivo Barroso e su cui è ritenuto quindi competente, e il portafoglio dell’Unione energetica. In questo modo i socialisti sarebbero disposti ad accettare il popolare spagnolo Canete a Clima ed Energia, molto criticato per i suoi legami con l’industria del petrolio, perché avrebbero su di lui un controllo diretto in quanto Sefcovic diventerebbe il suo ‘supervisore’ nell’esecutivo.
Di conseguenza i popolari daranno il loro via libera al francese Moscovici, finora tenuto ‘ostaggio’ nelle trattative. Nessun problema si prospetterebbe per Katainen (su cui stasera ci sarà un voto dei deputati) e Dombrovskis, la cui approvazione dovrebbe essere solo questione di ore. Un via libera sembra lo otterrà anche, sempre attraverso la procedura di voto, il britannico Hill che, dopo aver dato tutte le rassicurazioni chieste dai deputati, in maniera scritta e in una seconda audizione, potrebbe essere accettato come commissario ai servizi finanziari seppur sia britannico. Per tutto il suo mandato gli verranno ricordate le risposte date nelle audizioni per tenerlo inchiodato agli impegni presi. Ultimo tassello da sistemare rimarrebbe allora il portafogli della Cittadinanza che i deputato non vogliono sia lasciato all’ungherese Tibor Navracsics. Una questione facilmente risolvibile.