Angela Merkel apre alla richiesta italiana di scorporare dal computo del deficit i cofinanziamenti nazionali, ossia l’integrazione che ogni Paese garantisce ai progetti finanziati con i fondi Ue. “Alcuni Paesi rinunciano a utilizzare i fondi europei – ha riconosciuto la cancelliera tedesca – perché i cofinanziamenti sono computati nel deficit pubblico”, e quindi sono un ostacolo al rispetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. “Siamo disposti a discutere su come cambiare questo sistema”, ha dichiarato Merkel nella conferenza stampa che ha chiuso i lavori del vertice europeo sull’occupazione, al quale hanno partecipato i capi di Stato e di governo di 15 Paesi.
Renzi ha incassato il risultato definendo “molto importanti le parole di Angela”. Poi ha rilanciato, confermando di voler ridiscutere gli stessi vincoli di bilancio. “Il 3% è un parametro ideato più di 20 anni fa, in un altro mondo – ha detto – sono convinto che si debba ridiscutere”. Tuttavia, ha aggiunto, “certamente non lo faremo nei prossimi 15 giorni”. E “siccome governo un paese che ha un problema di credibilità – ha proseguito – nella Legge di stabilità fisseremo il limite al 2,9%”.
Riguardo al tema dell’incontro, l’occupazione, tutti i leader hanno convenuto sul dato oggettivo della permanente difficoltà che l’Europa sta attraversando. “Dal 2008 al 2013 abbiamo perso 7 milioni e 800mila posti di lavoro”, ha ricordato Renzi. E Per il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, se “la situazione sul fronte occupazionale è difficile” in generale, per i giovani è “drammatica”.
Proprio la disoccupazione giovanile è stato il focus principale della discussione. “Ha raggiunto livelli insostenibili in ogni paese”, ha sottolineato Herman Van Rompuy, precisando però che “c’è una forbice del 15% tra il paese con il tasso più alto e quello con il più basso”. Secondo il presidente del Consiglio europeo, “e segno che le politiche nazionali adottate da alcuni Stati funzionano meglio di altre”. Quindi, ha proseguito, “bisogna lavorare sia a livello europeo, sia a livello nazionale”.
Francois Hollande ha proposto tre priorità per favorire l’occupazione giovanile. “Primo, bisogna creare più centri di formazione”, ha detto Hollande. Poi bisogna “lanciare un grande piano digitale per l’Europa, con scuole di formazione” in questo settore. Infine, è necessario “sviluppare un ampio ventaglio di offerta di crediti e microcrediti per le imprese medio piccole”.
Josè Manuel Barroso ha indicato nella “tassazione troppo pesante sul lavoro” una delle principali cause della elevata disoccupazione. Per il presidente della Commissione uscente, “occorre creare nuove condizioni per il business e puntare sulla formazione dei giovani”. Poi, anche lui ha indicato la via delle riforme. “Se vogliamo maggiore occupazione in Europa – ha detto – dobbiamo continuare sulla strada delle riforme strutturali”.