Il Parlamento europeo ha respinto con un voto praticamente umiliante la candidata slovena alla nuova Commissione europea, Alenka Bratusek. Una bocciatura che colpisce duramente Jean-Claude Juncker, il prossimo presidente dell’esecutivo Ue che aveva personalmente scelto la ex premier liberale slovena destinandola addirittura a diventare uno dei suoi vice presidenti.
L’audizione davanti ai deputati era però andata malissimo, Bratusek, che avrebbe dovuto occuparsi dell’unione energetica dell’Ue, aveva dimostrato di non essere neanche lontanamente all’altezza dell’incarico e il voto finale della Commissione ambiente del Parlamento europeo è stato schiacciante: 112 “no” contro solo 13 “si”, con due astensioni.
Un altro candidato in difficoltà, lo spagnolo Miguel Arias Cañente, invece ce l’ha fatta e diventerà il responsabile clima ed energia di Juncker, dopo aver fatto almeno un po’ di pulizia nelle sue partecipazioni finanziarie in industrie petrolifere. Alla fine è passato, non certo benissimo, ma con 83 voti contro 43 e tre astensioni. In cambio, i popolari hanno permesso che con con 31 “si” e 15 “no” passasse anche il socialista Pierre Moscovici come responsabile degli Affari economici.
Ora cosa succederà? Socialisti e popolari, secondo quanto appreso da eunews, avrebbero trovato il modo di sistemare tutte le questioni sospese con un compromesso in una sola mossa che permetterebbe di sbloccare la situazione e garantire il via libera al nuovo esecutivo il prossimo 22 ottobre a Strasburgo. Bratusek verrebbe sostituita dall’altro nome proposto da Lubiana questa estate, Tania Fajon, eurodeputata S&D, portando così il numero dei commissari del Pse a quota 9, contro i 14 del Ppe. Fajon però non prenderebbe il posto dell’ex premier slovena nell’esecutivo, non avendo abbastanza esperienza politica per il ruolo, ma a lei verrebbe dato il portafoglio di Trasporti e Spazio, che al momento è stato assegnato al socialista slovacco Maros Sefcovic. A quest’ultimo verrebbero date le cariche previste per Bratusek, ovvero il ruolo di vicepresidente, che Sefcovic ha già ricoperto nell’esecutivo Barroso e su cui è ritenuto quindi competente, e il portafoglio dell’Unione energetica.
C’è però anche l’ipotesi di una conferma dell’ultimo miniuto del commissaario all’Ambiente uscente sloveno Janez Potocnik, uomo molto esperto che però ha già due mandati alle spalle.