Vige il massimo riserbo attorno al vertice straordinario che si è tenuto oggi al Parlamento europeo per evitare una bocciatore al nuovo esecutivo comunitario. Il Presidente eletto della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha incontrato il Presidente dell’Assemblea, Martin Schulz, e i capigruppo socialista e popolare, Gianni Pittella e Manfred Weber. Un incontro, proprio prima dell’audizione di Frans Timmermans, che è servito a fare un punto della situazione soprattutto dopo gli scontri tra i deputati e i commissari designati Pierre Moscovici (Pse) e Miguel Arias Canete (Ppe). Le geografie del futuro esecutivo sono in parte in corso di ridiscussione e un evento inaspettato ha aperto la porta a un possibile rimpasto che sani, seppur in parte, la sotto rappresentazione socialista nella squadra di Juncker, dove i popolari hanno ottenuto 14 commissari su 28, e i socialisti solo 8.
L’audizione della slovena Alenka Bratusek, candidata vicepresidente responsabile dell’Unione energetica, è stata giudicata insufficiente dai deputati europei che intendono bocciarla, un evento non del tutto inaspettato, ma certo fortunato per i socialisti. L’altro nome femminile sloveno che era stato proposto a Juncker questa estate era quello di Tania Fajon, eurodeputata S&D che ora potrebbe nuovamente aspirare a diventare commissaria europea. Una “ipotesi di lavoro concreta” la definisce una fonte parlamentare, ma la questione non è semplicissima, viste anche le scarse competenze della Fajon in tema di Energia e visto che dato il suo curriculum politico ha all’attivo solo una legislatura da eurodeputata è escluso che possa avere una vice presidenza. La scelta del suo nome rafforserebbe l’ipotesi di un “valzer delle poltrone”, che potrebbe essere già in preparazione anche per altri commissari designati.
Dopo la discussione con Pittella e Weber, Juncker ha incontrato separatamente anche il leader dei liberali, Guy Verhofstadt, e la questione è stata posta. Oltre a Bratusek anche il popolare Karmenu Vella e l’altra liberale, Vera Jourova, non hanno brillato nelle audizioni, ma per loro non si è subito parlato di bocciatura. La candidatura di Bratusek è più debole in quanto la slovena è già molto criticata per essersi nominata da sola negli ultimi giorni in cui era premier del suo Paese, dove ora c’è un nuovo governo che non la vede di buon occhio. Inoltre lei è candidata a una vicepresidenza, e prendere il suo posto per i socialisti vorrebbe dire ottenere maggiore potere. I liberali manterrebbero in ogni caso 4 commissari, un numero comunque alto vista la loro scadente affermazione elettorale, e tra questi un vicepresidente, Andrus Ansip al Mercato unico digitale, e il portafoglio molto ambito al Commercio, affidato alla svedese Cecilia Malmstrom. Le resistenze dell’Alde ci sono ma i liberali potrebbero essere costretti a cedere. Dipenderà molto anche dall’abilità di Juncker nel riposizionare alcune caselle. Le trattative sono in corso.