Prima di tutto conti in ordine e politiche di bilancio responsabili. Poi vengono gli investimenti e la crescita, ma il punto di partenza rimane sempre lo stesso. Ai deputati europei che lo ascoltano in audizione per decidere se confermarlo come vicepresidente designato a Lavoro, crescita e investimenti, il finlandese Jyrki Katainen (attuale commissario agli Affari economici) non nasconde il volto da falco. “Bisogna continuare ad avere politiche di bilancio responsabili, per evitare che i problemi di uno, due o tre Paesi abbiano un impatto su tutta l’Eurozona”, sottolinea rispondendo alle domande. A quali Paesi sia diretto il richiamo, Katainen non lo dice espressamente, ma uscendo dall’Aula ai giornalisti che gli chiedono un commento sulla decisione dell’Italia di rinviare il pareggio di bilancio al 2017 chiarisce: “Tutti gli Stati devono essere trattati allo stesso modo”.
Dunque nessuno spiraglio per la flessibilità su cui il nostro Paese ha tanto insistito? “Il presidente Juncker mi ha chiesto di preparare una interpretazione comune della flessibilità delle regole nel patto di stabilità”, spiega il finlandese, secondo cui sul concetto si sta ancora lavorando. Ma i conti in ordine, prova a rassicurare, non escludono politiche di crescita: “Non è una questione di bianco o nero, non abbiamo bisogno o di una politica di bilancio o di una politica di crescita: le due cose si completano”, cerca di trovare la mediazione davanti all’incalzare delle domande dei socialisti. Ma su quale sia l’uovo e quale la gallina, esce l’anima del rigorista: “Prima ci vuole sempre la stabilità, questa è la mia visione”, ammette Katainen.
Insomma per rilanciare crescita e occupazione non si può comunque rischiare di mettere a rischio il consolidamento: “Dobbiamo fare in modo che gli investimenti pubblici non portino ad una crescita costante del debito perché questo metterebbe a rischio la ripresa dell’economia”, spiega il commissario designato. L’Ue, spiega, ha bisogno, sia a livello europeo che nazionale, di “tanti investimenti pubblici quanto necessario e tanti investimenti privati quanto sarà possibile”.
Il mio primo impegno, anticipa il finlandese, sarà “assicurare la consegna dei 300 miliardi di euro di investimenti del pacchetto annunciato dal presidente Juncker”. Già ma da dove arriveranno questi soldi? I deputati, insoddisfatti dalla ripetizione della generica necessità di usare “in modo più efficiente” le risorse, provano a chiederlo a più riprese, ma Katainen non riesce a fornire neanche un solo particolare: “Non posso speculare su certi dettagli finanziari per evitare un impatto negativo sui mercati”, butta lì. “Juncker ha detto che il pacchetto ci sarà nei primi tre mesi e questo è il frame”, si giustifica spiegando che solo “quando ci sarà una nuova commissione potremo cominciare a lavorare”.