Frans Timmermans conquista tutti. Popolari, liberali, verdi oltre ai suoi compagni di partito socialisti, ovviamente. L’interrogazione parlamentare del primo vicepresidente designato e commissario per la Migliore legislazione è di quelle che lascia il segno. Non parla delle questioni di scottante attualità, vuoi perché nessuno dei deputati gli chiede di parlarne vuoi perché non ricadono sotto le competenze che Jean-Claude Juncker intende affidargli, ma quello che dice convince. Anche i pessimisti. “Lei sarà il barboncino dei governi o il campione dei diritti dei cittadini?”, domanda la liberale Sophia In’t Veld. “E’ sciocco credere che la sicurezza possa essere garantita solo attraverso i diritti fondamentali”, la replica dell’interrogato, che annuncia di volere organizzare, una volta confermato, “una conferenza annuale per fare il punto sulla protezione dei diritti fondamentali”. E sulla Grecia, argomento sensibile per gli eurodeputati, nessun passo indietro ma solo accortezza per il futuro. “Non voglio nascondere che il piano della Troika ha causato sacrifici, so che ha causato sofferenze a molti cittadini, ma queste riforme erano necessarie, perché il paese si trovava in una situazione economica disastrosa”. La Grecia comunque insegna che “per le misure future da adottare sarà necessario fare un’analisi di impatto sociale per le riforme”. Altro tema sensibile per il Parlamento di Bruxelles è l’Ungheria di Viktor Orban. Cosa deve fare l’Ue con questo stato membro? “Se dovessi replicare a ogni dichiarazione politica di Orban avrei un altro lavoro”. Ad ogni modo “userò tutti gli strumenti possibili nei confronti di un paese che si ostina a opporsi ai valori europei”.
Stupisce tutti per la sua competenza linguistica. Timmermans risponde in inglese, francese, italiano, e tedesco. Anche nel suo olandese, quando è il caso. “Parla tutte le lingue e senza nemmeno un minimo di inflessione”, il commento della Verde Julia Reda, secondo la quale “se c’è qualcuno che può essere eletto, quel qualcuno è Timmermans”. Un giudizio dettato non solo dal fattore linguistico, certo che no. Il commissario designato impressiona per le risposte. “Sono consapevole del fatto che della sussidiarietà può essere fatto un abuso dai parlamenti nazionali, ma sussidiarietà può significare tutto o niente. Prima di tutto dobbiamo metterci d’accordo su cosa vuol dire”. Timmermans dimostra poi tutta la sua vocazione europeista nell’incipt della replica a Barbara Spinelli (Gue). “Il cognome Spinelli mi ispira sempre. Ho conosciuto Altiero Spinelli…”. Alla fine anche il Ppe promuove il socialista olandese. “Timmermans ha offerto una delle migliori performance tra quelle di tutti i candidati” commissari, riconosce il tedesco Andreas Schwab. La sua posizione, date le premesse, non è in discussione. Il voto a questo punto appare essere una pura e semplice formalità.