Arriva la prima bocciatura, seppure parziale, per uno dei commissari scelti da Jean-Claude Juncker per la sua squadra. A non superare le forche caudine dell’audizione parlamentare è l’ungherese Tibor Navracsics, molto discusso per avere fatto parte, in patria, del governo di Victor Orban che ha emanato leggi autoritarie tra cui quella per limitare la libertà di stampa. Un curriculum, il suo, non proprio indicato per diventare il titolare di Educazione, cultura, politiche giovanili e cittadinanza. Questa l’obiezione mossa dai deputati europei che con un primo voto hanno indicato Navracsics come qualificato per diventare commissario (15 sì, 10 no, 2 astenuti), ma con una seconda votazione (14 no, 12 sì, 1 astenuto) si sono espressi contro la decisione di assegnargli proprio il portafoglio Cultura.
Nulla hanno potuto le rassicurazioni date da Narvracsics nel corso di un’audizione tutta improntata a ribadire la volontà di difendere i principi europei, anche se a violarli dovesse essere la stessa Ungheria. Inutile anche lulteriore presa di distanza da Victor Orban, arrivata nelle risposte al supplemento di domande scritte che i deputati hanno voluto inviare al commissario designato per avere maggiori elementi di valutazione. “La libertà e il pluralismo dei media sono della massima importanza per una società democratica. Mi dispiace che alcune volte in passato non sia stata data la necessaria importanza a questo importante aspetto da parte del governo ungherese, di cui non faccio più parte”, ha scritto Navracsics.
Niente da fare, per il parlamento europeo quel ruolo comunque non fa per lui. A questo punto Juncker potrebbe dover pensare ad un “rimpasto”, uno scambio di competenze tra Navracsics e qualche altro commissario “problematico” per cercare di trovare la quadratura del cerchio prima del voto del Parlamento europeo sull’intero collegio dei commissari, il prossimo 22 ottobre. Per evitare troppi stravolgimenti, sembra che il Ppe sia intenzionato a proporre agli altri gruppi di lasciare all’ungherese lo stesso portafoglio ma rendendolo un po’ meno corposo e cioè togliendogli le competenze sulla cittadinanza. Bisogna vedere se il compromesso sarà ritenuto sufficiente.