Parlamento europeo ‘ostaggio’ dei curdi. Circa una cinquantina di manifestanti sono riusciti a eludere i sistemi di sicurezza e di controllo e a fare irruzione nella sede dell’istituzione comunitaria a Bruxelles. È la prima volta che una cosa del genere accade. Circa un centinaio i dimostranti che sono riusciti a salire fino al terzo al piano e occupare lo spazio riservato ai dibattiti televisivi, nel centralissimo terzo piano dell’edificio. Il blitz è stato architettato per richiamare l’attenzione sulla condizione del popolo curdo e “sulle bande dell’organizzazione che si fa chiamare Stato Islamico, che hanno lanciato vaste offensive sulla città di Kobani”, nel nord della Siria, recita un comunicato a firma del Congresso nazionale del Kurdistan (Knk), diffuso all’esterno del Parlamento. “Sostenere il popolo curdo – si legge nella nota – significa difendere l’umanità. Per questo invitiamo tutto il mondo e tutte le forze democratiche a sostenere la resistenza di Kobani” contro Isis.
Il Parlamento è rimasto inaccessibile per diverse ore, gli ingressi sono stati chiusi – quello di place Luxembourg presidiato da un cordone di agenti di polizia – e l’attività degli uffici di accreditamento e accoglienza del pubblico sospesa con l’ordine di riprendere solo al termine della manifestazione. All’interno del Parlamento i manifestanti hanno dato vita ad una manifestazione pacifica e sono stati raggiunti da diversi eurodeputati e anche dallo stesso presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. “Sottolineo la nostra attenzione alla vostra lotta e annunciio una visita in Turchia in questi mesi per incontrare partiti e autorità e discutere con loro. Vogliamo difendere i vostri diritti: questa è la nostra posizione”, ha chiarito tra gli applausi il capogruppo dei socialisti, Gianni Pittella. Accorsi sul posto anche diversi deputati della sinistra radicale: “Siamo qui per dimostrare la nostra solidarietà, siamo dalla vostra parte. Non possiamo accettare le violenze contro il vostro popolo. L’Unione europea deve essere dalla vostra parte”, ha ribadito anche la presidente della Gue, Gabi Zimmer.
Il blitz, oltre a mostrare la frustrazione di questo popolo sotto assedio, pone un serio interrogativo sull’efficienza dei servizi di sicurezza del Parlamento europeo. La questione diventa ancor più seria visto che solo pochi giorni fa gli stessi sistemi di sicurezza erano stati potenziati dopo le voci di presunte macchinazioni di minacce terroristiche – proprio di Isis – contro la Commissione europea.