“Occorre far ripartire le politiche di investimento per riaccendere la speranza e la motivazione dei nostri cittadini e dei nostri figli in un’Europa dello sviluppo e della crescita, abbandonando una politica di solo rigore”. Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, concludendo oggi a Bruxelles, al Parlamento europeo, i lavori della sessione di apertura degli Open Days 2014, cui ha partecipato insieme al presidente del Comitato delle Regioni d’Europa (Marini è la vice presidente dell’organismo), Michel Lebrun, la presidente della commissione politiche regionali del parlamento europeo, Iskra Mihaylova, e il commissario europeo alle politiche regionali, Johannes Hahn.
Nel suo intervento la presidente Marini ha ricordato come sia “essenziale in una fase così difficile dell’economia europea e nazionale favorire politiche che stimolino e incoraggino la crescita, invertendo una situazione che ha visto negli ultimi cinque anni diminuire gli investimenti pubblici di oltre il 20 per cento. Una percentuale che, in assenza proprio dei fondi strutturali, “sarebbe stata profondamente più drammatica”.
Richiamando il tema scelto per questa edizione degli Open Days – “Uno sviluppo comune: investimenti intelligenti al servizio dei cittadini” – , la presidente Marini ha poi ribadito quanto più volte sostenuto dallo stesso Comitato delle Regioni nelle risoluzioni inviate alla Commissione e al Parlamento europeo: “Si deve andare all’eliminazione dal calcolo del patto di stabilità e di crescita delle quote di cofinanziamento dei fondi strutturali a tutti i livelli, nazionale, regionale, provinciale e comunale. In tal modo – ha affermato Marini – andremmo a sbloccare i progetti di opere pubbliche e infrastrutturali che stanno, purtroppo, procedendo lentamente, e che potrebbero imprimere una svolta decisiva per la ripresa economica e dell’occupazione”.
Marini ha inoltre voluto sottolineare il fatto che, soprattutto a livello regionale, le politiche europee di coesione “rappresentano uno dei principali strumenti – se non l’unico in molti casi – per attenuare le disparità di sviluppo tra e all’interno delle Regioni e migliorare così la qualità della vita dei cittadini”.
Infine Marini ha voluto richiamare l’attenzione su un altro tema fondamentale, la necessità di misurare i progressi economici e sociali in maniera più accurata di quanto avvenuto sinora, “andando oltre il Pil” e ha ribadito il “rammarico” del Comitato delle Regioni per il fatto che il Pil ed il reddito nazionale lordo continuino ad essere “i principali indici utilizzati per determinare la ripartizione dei fondi strutturali nelle Regioni”.