“Ci aspettavamo tutti un po’ di più come risposte, adesso nella dichiarazione finale ha la possibilità di darci maggiori dettagli che prima non è riuscita a dire”. Non lascia spazi a dubbi, ed è emblematico di quello che è stata l’audizione di Alenka Bratusek, l’invito finale che il Presidente della Commissione per l’Ambiente Giovanni La Via pone al commissario designato sloveno.
Il coro trasversale a tutti i gruppi, eccetto l’Ade (quello dei liberali, il partito della candidata) che ha mantenuto un profilo più cauto, è pressoché identico: “Vogliamo risposte più puntuali e concrete”. Molti parlamentari si rivolgono alla liberale slovena con schiettezza. La socialista Kathleen Van Brempt chiede “meno vaghezza” sul programma dell’unione energetica (che da il nome al suo portafoglio), mentre la conservatrice Julie Girling vuole “concretezza” sul tema della “tassazione per coloro che inquinano maggiormente l’ambiente”, e pure il grillino Piernicola Pedicini è sulla stessa linea quando richiede delucidazioni sulle modalità di smaltimento delle scorie radioattive e su come il commissario designato intende promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili. Dai banchi della Gue, invece, Stefan Eck evidenzia la necessità “ di una vicepresidente che prenda iniziativa e sia influente non che faccia solo dichiarazioni generali”.
Le risposte di Bratusek, tuttavia, ripetono lo stesso disco: “la scelta delle fonti da utilizzare, il cosiddetto mix energetico, così come le modalità di smaltimento dei rifiuti, spettano agli Stati membri”. Certo, continua Bratusek, “come vice-presidente e commissario all’unione energetica prenderò iniziative per far sì che gli obbiettivi rimangano ambiziosi.” Insomma, la slovena insiste sul fatto che senza l’appoggio e l’unita di intenti dei Paesi membri, l’obbiettivo dell’unione energetica e di un sempre maggior utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili non potrà realizzarsi. E poi, una volta che i Paesi Ue si accorderanno, ciò potrebbe non bastare. Bratusek ritiene dunque che “altri partner internazionali come Cina e Usa devono remare nella nostra direzione perché viviamo tutti nello stesso ambiente e respiriamo la stessa aria”, puntualizzando poi “da sola non posso raggiungere questi obbiettivi”.
Che quello di Bratusek sia un eccesso di sincero realismo o volontà di eludere risposte troppo tecniche lo valuteranno i deputati nelle prossime ore, fatto sta che l’atteggiamento della slovena porta molti a spostare il focus dell’audizione per un’ora buona su una questione che esula dal tema energetico.
La popolare Maria Spiraki, seguita a ruota da altri esponenti del suo Gruppo e da diversi conservatori e indipendenti, incalza la liberale citando un video nel quale durante una manifestazione pubblica avrebbe cantato “bandiera rossa” scandendo le parole “viva il comunismo”. “E’ una canzone antifascista cantata durante una festa nazionale slovena”, si difende, “quindi non contraria ai principi dell’Ue”. Risposta che non soddisfa i deputati popolari e conservatori che continuano a battere sull’esibizione canora del commissario designato fino al termine della seduta, trasformando cosi l’audizione del commissario designato per l’Energia in una paradossale discussione in cui, di fatto, un esponente dell’Alde è costretta a difendersi dall’accusa di filo-comunismo.
Eppure, c’è da dire, inizialmente, i deputati dei due maggiori Gruppi, socialisti e popolari, avevano offerto un piccolo assist a Bratusek, non intervenendo sulla polemica della sua “autonomina”, dimostrando di giudicare sufficiente le affermazioni inziali della slovena: “Non potendo aspettare il parere del nuovo governo che si sarebbe insediato a settembre, ha spiegato ad inizio seduta, “ho fornito una lista di tre nomi, e Juncker ha scelto il mio”.
A fine seduta Giovanni La Via, che pur avendo un ruolo di moderatore come presidente della Commissione Ambiente, non ha nascosto il disappunto per le risposte “poco dettagliate” di Bratusek e ha spiegato che la decisione delle Commissioni parlamentari Ambiente ed Energia sarà presa fra oggi e domani. Ma l’aria che si respira, non è delle migliori per la liberale slovena. Possibile a questo punto che sia sottoposta a ulteriori domande scritte se non addirittura che sia richiesto un cambio di portafoglio e di competenza.