Va bene che il Sakharov è il premio per la libertà di pensiero, ma proporre di assegnarlo a chi ha sostenuto la necessità di uccidere “un numero critico di israeliani” è davvero troppo. È la gaffe di cui si è reso protagonista il gruppo della sinistra radicale al Parlamento europeo. Al momento di scegliere i candidati in corsa per il premio che il Parlamento europeo assegna a personalità che si sono distinte nella lotta contro l’intolleranza, il fanatismo e l’oppressione, la Gue ha proposto i nomi di tre blogger che sono stati vittime di repressione nei rispettivi Paesi, tra cui anche l’egiziano Alaa Abdel Fattah, noto nel suo Paese per aver sviluppato una piattaforma digitale libera dalle censure laiche, islamiche o militari e per questo finito più volte in carcere.
Attività ammirevole, se non fosse che il blogger egiziano si è reso protagonista anche di dichiarazioni non propriamente in linea con lo spirito del Sakharov. Nel 2012, Fattah twittava: “C’è un numero critico di israeliani che dobbiamo uccidere e il problema è risolto”. Il fatto che 52 deputati del Parlamento europeo ritenessero opportuno assegnare un premio al responsabile di dichiarazioni di questo tono non ha mancato di suscitare polemiche, così oggi la Gue si scusa e annuncia il ritiro della candidatura.
“Non avevamo queste informazioni quando l’abbiamo proposta”, si giustifica in una nota la presidente del gruppo, Gabi Zimmer. “Non c’è bisogno di dire – aggiunge – che non possiamo tollerare e non tollereremo un comportamento del genere. Questo messaggio va contro tutti i nostri principi e i criteri per le nomination del Sakharov”. La Gue, scrive ancora Zimmer “ha sempre favorito il dibattito e il confronto politico tra popoli, incluso il popolo israeliano”.