Dieci milioni di euro per attuare politiche di protezione dei diritti dei migranti nei paesi in via di sviluppo. E’ quanto prevede il Progetto ‘Rights of Migrants in Action’ annunciato dal commissario europeo per lo sviluppo Andris Piebalgs. Il progetto si concentra su due tipi di immigrati: quelli che svolgono un “lavoro domestico” nel Paese di destinazione e coloro che sono vittima del traffico di esseri umani.
Attualmente molti Paesi in via di sviluppo che non prevedono adeguate politiche di migrazione, devono basarsi principalmente sulla forza lavoro migrante per il loro sviluppo economico. Chi ci rimette però, spiegano da Bruxelles, sono spesso i migranti “vulnerabili e suscettibili di essere vittime del lavoro forzato”, soprattutto in settori come il lavoro domestico (le donne delle pulizie), vista la “natura invisibile” di questo lavoro.
“Questo Programma di sostegno propone un approccio innovativo riguardante le migrazioni fra i Paesi in via di sviluppo”, ha dichiarato Piebalgs, “testimoniando l’impegno genuino e fermo dell’Ue nell’affrontare il traffico di esseri umani e il problema del lavoro forzato” che il Commissario definisce come “alcune delle peggiori forme di schiavitù moderna”.
Il progetto prevede che sia fornita assistenza sociale, protezione ai migranti e alle loro famiglie . Sostegno che include, ad esempio, l’accesso alle cure sanitarie , l’assistenza legale e varie misure di reinserimento come formazione o servizi di interpretariato. Ogni misura sarà ad hoc per la tipologia di migrante.
“E’ chiaro”, prosegue il Commissario, “che abbiamo bisogno di lavorare con la società civile per fare in modo che la dignità dei migranti venga rispettata” attraverso la creazione di una rete in cui tutte le organizzazioni della società civile siano in grado di condividere le migliori pratiche. Saranno promosse azioni di contrasto del traffico di esseri umani e di sostegno al dialogo con le autorità pubbliche, con le associazioni dei datori di lavoro e con il settore privato.