Slitta ancora il pareggio di bilancio. Si raggiungerà solo “nel 2017”. Parola di Pier Carlo Padoan, che lo ha spiegato al termine del Consiglio dei ministri, riunitosi ieri in serata per approvare le modifiche al Def. “Nel quadro di regole date dall’Ue – ha detto il ministro dell’Economia – è immaginabile un rallentamento del consolidamento strutturale”. Il che vuol dire che l’Italia chiede a Bruxelles più tempo, appunto.
Padoan ha però annunciato che i vincoli economici imposti dall’Europa “verranno pienamente rispettati”. Quel pienamente suona tuttavia come un generoso eufemismo, visto che il rapporto tra deficit e Pil sarà del 3% per il 2014, il massimo consentito, e l’anno prossimo calerà appena al 2,9%.
Sullo slittamento del pareggio di bilancio, il ministro è parso fiducioso di ottenere l’ok dalla Commissione Ue. Punta sulla “situazione di eccezionale gravità” del quadro economico, di cui l’esecutivo europeo dovrà tenere conto. Inoltre, Padoan ha sottolineato come l’aumento del debito pubblico sia in parte dovuto proprio a Bruxelles. “Ci siamo dovuti indebitare per contribuire ai fondi salva stati – ha detto il titolare di Via XX Settembre – e per pagare i debiti della pubblica amministrazione come richiesto dalla Commissione”.
Nonostante il quadro drammatico descritto nel Def, che ha rivisto al ribasso anche le stime sulla crescita (-0,3% nel 2014 e +0,6 previsto per il prossimo anno), il governo manterrà la promessa che “non ci saranno manovre correttive per il 2014”. Anzi, Padoan ha annunciato che, “pur rispettando i vincoli europei”, nella prossima legge di stabilità l’esecutevo troverà “spazi per realizzare misure volte alla crescita”. Ad esempio con la “conferma degli 80 euro” in busta paga per i redditi al di sotto dei 1.500 euro, e con le “risorse destinate agli ammortizzatori sociali”.