Promossa ma con riserva. Dopo l’audizione di lunedì al Parlamento europeo, arriva il via libera della commissione Commercio internazionale alla commissaria designata, la svedese Cecilia Malmstrom, ma non senza parecchie perplessità. A causare un pasticcio (non l’unico), le diverse versioni circolate delle risposte scritte della commissaria prima dell’audizione. In quella finale sarebbe comparsa una frase più dura contro la possibilità che sia introdotto nel Ttip il meccanismo di Isds (Investor-State Dispute Settlement), ovvero il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori stranieri e Stato, che consente a una qualsiasi società che investe in un Paese di sfidare il governo nazionale di quel Paese attraverso il ricorso a procedure di arbitrato internazionale scavalcando di fatto l’ordinario sistema giudiziario. Ad inserire la frase in questione, secondo le ipotesi che stanno circolando a Bruxelles, sarebbe stato proprio il gabinetto del presidente, Jean Claude-Juncker che non avrebbe avvertito nemmeno la diretta interessata.
Accusata in Aula della confusione, Malmstrom stessa ha detto che le sue risposte scritte erano state modificate dal gabinetto del presidente mentre ieri, la portavoce di Juncker, Natasha Bertaud ha ammesso che sono circolate diverse versioni del testo ma che la linea era stata concordata con Juncker. Il nuovo capo della commissione Ue già nel suo discorso davanti al Parlamento europeo si è impegnato a “non accettare che la competenza dei tribunali degli Stati membri dell’Ue sia limitata da regimi speciali per le controversie investitori”, ma a spingere verso l’inserimento della frase che frena sull’Isds, ci sarebbe anche, secondo alcuni, la netta contrarietà tedesca allo strumento. Il gruppo dei socialisti ha sostenuto perciò il via libera a Malmstrom ma ha anche chiesto a Juncker di chiarire la sua posizione sull’Isds prima del voto della plenaria sul collegio dei commissari.
Per Malmstrom questo non è stato l’unico intoppo. A creare i primi problemi, erano state le accuse secondo cui l’attuale commissaria per gli Affari interni avrebbe cooperato con gli Usa contro la riforma per la tutela dei dati personali. Accuse su cui il gruppo dei socialisti ha chiesto di chiarire per iscritto prima di accordarle il sostegno. “Lasciatemi dire che non ho fornito informazioni agli Usa su questo tema né ho dato indicazione di farlo ai miei collaboratori né, per quanto ne so, qualcuno di loro l’ha fatto”, ha scritto Malmstrom nella lettera di risposta che ha rassicurato gli S&D. “Sono convinta che servano nuove regole per garantire la privacy dei cittadini europei”, assicura la commissaria e “ho sempre difeso la prpoposta, sia internamente che esternamente”.