“Non ho nessun conflitto di interessi”, e “lavorerò nell’interesse dell’Europa”. Nell’audizione alla Commissione Affari economici del Parlamento europeo il britannico Jonathan Hill ha ripetuto queste frasi come un mantra a tutti quelli che gli rinfacciavano il suo passato di lobbista e la sua vicinanza alla City di Londra e al governo di David Cameron. La sua nomina a commissario ai Servizi Finanziari è stata una di quelle che hanno fatto più discutere e le sue risposte, nell’audizione durata tre ore, non hanno convinto tutti gli europarlamentari: la riunione dei capigruppo della commissione ha deciso di sospendere la sua valutazione, e alcuni deputati vorrebbero una seconda audizione. Una decisione però questa che può essere presa solo dalla conferenza dei Presidenti dell’Aula, la cui prossima riunione è prevista per giovedì prossimo.
COM #Hill committed to EU but in ECON next Monday or Tuesday in order to have clarifications on key aspects of portfolio @goulardsylvie
— Sylvie Goulard (@GoulardSylvie) October 1, 2014
Durante l’audizione le domande sul suo passato da lobbista e sui suoi rapporti con la City erano state insistenti, ma Hill si era mostrato calmo e sicuro di sé nel rispondere. “Ho creato la Quiller consultance nel 1998 e ne sono orgoglioso”, ha affermato in risposta alle domande sul suo conflitto di interessi con il mondo delle lobby. “Ho venduto la società 8 anni fa e l’ho abbandonata 4 anni fa quando sono entrato al governo in quanto ministro dell’istruzione. Ho mantenuto alcune azioni, in totale trasparenza”. Una volta nominato commissario europeo però “ho dato istruzione di vendere tutte le azioni, cosa che succederà molto velocemente, per fugare ogni altro dubbio sul conflitto interessi”, che ha detto di considerare “un questione seria” che ritiene di aver affrontato del tutto. Inoltre si è detto “a favore di un registro vincolante di tutti gli incontri con lobbisti”.
#Hill does not get confirmation today. He will be invited to a new public exchange of views with the ECON committee. #EPhearings2014
— Sven Giegold (@sven_giegold) October 1, 2014
Hill è stato anche accusato di voler lavorare più per Londra (e per la City) che per l’Europa nel suo insieme. “Sono stato nominato per decisione di Juncker e io sarei orgoglioso di assumere questa responsabilità e cercherò di farlo nell’interesse dell’Unione”. Anche qui, promette, “non c’è nessun conflitto tra il giuramento che ho fatto alla regina e quello che spero di poter fare alla Corte di Lussemburgo”.
Altro punto dolente della sua nomina il fatto che a gestire i servizi finanziari europei sarà il rappresentante di un Paese che non ha adottato la moneta unica. “Nessun problema” ha assicurato ancora ricordando la nomina nel passato esecutivo del francese Michel Barnier al Mercato Unico: “Quando fu scelto alcuni sospettavano, illegittimamente, che non avrebbe rappresentato interesse di tutti. Il mio compito sarà lo stesso ma all’inverso. Lui ha lavorato nell’interesse dell’Europa, e lo farò anche io”.
Hill ha parlato soprattutto di regolamentazione dei mercati. Anche qui ha dovuto dare garanzie che non spingerà per una forte deregolamentazione nell’interesse della City. “Dobbiamo incoraggiare investimenti sui mercati”, e per farlo serve “una regolamentazione equilibrata ed efficace”, perché “non c’è tensione tra una buona regolamentazione e una industria dei servizi finanziari di successo”. “Non sono venuto qui per promuovere interessi di gruppi particolari – ha affermato ancora – Il mio compito sarà garantire un sistema finanziario ben regolamentato ed efficace”, che funzioni “nell’interesse dei servizi finanziari di tutti gli Stati”.
“Sono un europeo pragmatico e di buon senso ma non un grande oratore”, ha concluso nel suo intervento finale promettendo che se i deputati gli daranno il via libera le sue azioni “parleranno più forte delle parole”.