L’Italia dovrà restituire alla Commissione europea quasi 236 mila euro destinati a programmi per i giovani perché non sono stati usati in modo coerente con la direttiva comunitaria. È quanto ha stabilito la Corte di Giustizia europea respingendo il ricorso dell’Italia contro le decisioni prese dall’esecutivo Ue. I fondi in questione erano destinati ai programmi d’azione comunitari “Gioventù”, per il periodo 2000-2006, e “Gioventù in azione”, per il 2007-2013 e finalizzati a sostenere la partecipazione dei giovani a diverse forme di attività di volontariato.
Nel 2012, per attività di formazione compiute nel 2008, l’Italia ha chiesto fondi per quasi 136.600 euro per soli 94 studenti mentre, calcolando i massimale degli importi per i programmi in questione, aveva diritto a massimo 84.600 euro. Per questo la Commissione ha chiesto la restituzione di circa 52 mila euro, somma non “ammissibile al finanziamento”. Sempre nel 2012, poi, la Commissione ha chiesto la restituzione di quasi 184 mila euro per il periodo 2000-2004, indebitamente utilizzate da beneficiari finali e non recuperate. L’Italia aveva effettuato ricorso contro le decisione, ma il Tribunale Ue ha respinto tutte le argomentazioni e il ricorso nel suo insieme.