Nei negoziati sul libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti serve un “nuovo inizio” all’insegna della “trasparenza”. È l’impegno preso dal commissario designato al Commercio internazionale, Cecilia Malmstrom, ascoltata in audizione al Parlamento europeo. “Devo rispondere alle preoccupazioni della gente”, ha sottolineato Malmstrom, determinata a “dimostrare che non stiamo negoziando un accordo segreto dietro alle spalle del pubblico”.
Per farlo, Malmstrom ha promesso che, se confermata commissaria, pubblicherà “liste dei miei incontri con gli stakeholders” e continuerà “la mia pratica attuale di pubblicare la gran parte della mia corrispondenza con associazioni esterne”. Non solo: “Farò del coinvolgimento diretto di organizzazioni della società civile e partner sociali una priorità personale dei miei primi mesi di mandato”, ha assicurato Malmstrom garantendo maggiore trasparenza anche nei confronti del Parlamento: “Mi assicurerò – ha detto – che tutti i deputati possano consultare i documenti sui negoziati che ora mandiamo solo ad un gruppo ristretto”.
Ogni aspetto dell’accordo commerciale con gli Stati Uniti, “il negoziato più impegnativo e più dibattuto dal pubblico”, sarà comunque oggetto di revisione già all’inizio del mandato: “Mi prenderò i primi mesi della nuova legislatura per una valutazione politica dei nostri obiettivi e dei nostri progressi”, si è impegnata Malmstrom, garantendo che sarà pronta a presentare “i risultati della valutazione” a Parlamento europeo e Stati membri, entro la fine dell’anno.
La commissaria designata si è comunque detta “sorpresa” di come si siano svolte le discussioni sul Ttip negli ultimi anni. “Mi aspettavo – ha riferito – di sentire parlare dei due miliardi di euro commerciati ogni giorno tra le due sponde dell’Atlantico e di come il potenziale non sfruttato di questa relazione significhi che un accordo come questo può creare nuove opportunità” soprattutto quella di “riportare in carreggiata e creare nuovi posti di lavoro”. E invece, ha continuato, “ho sentito dire che la Commissione sta negoziando standard di sicurezza più bassi sugli alimenti, sta restringendo la possibilità dell’Europa di regolarmente campi come salute e ambiente e che lo stiamo facendo tramite accordi a porte chiuse”. Io “so che non è così”, ha insistito la commissaria ma “sento queste preoccupazioni e penso che le persone abbiano bisogno di rassicurazioni e che meritino un dialogo”.
La posizione dell’Ue, secondo Malmstrom “è ferma”: gli standard di sicurezza “non possono essere abbassati e non lo saranno”. Questa l’intenzione, ma passando ai temi concreti le incertezze restano. Alla commissaria designata i deputati hanno chiesto ad esempio se sarà possibile tutelare le indicazioni geografiche: “Nell’accordo col Canada siamo riusciti a proteggerne 145 ma con gli Usa sarà molto più difficile”, ha ammesso Malmstrom. Ancora “non abbiamo lasciato perdere, vogliamo negoziare ma ci rendiamo conto che non sarà facile”, ha spiegato.
Poi il corposo capitolo sul cosiddetto Isds (Investor-State Dispute Settlement), ovvero il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori stranieri e Stato che consente a una qualsiasi società che investe in un Paese di sfidare il governo nazionale di quel Paese attraverso il ricorso a procedure di arbitrato internazionale, scavalcando di fatto l’ordinario sistema giudiziario. L’ipotesi che questo strumento, già previsto dall’accordo di libero scambio tra Ue e Canada (che sarà sottoposto a Parlamento e Consiglio per l’approvazione il prossimo anno), possa essere inserito anche nel Ttip sta suscitando non poche preoccupazioni da parte di chi ritiene che potrebbe crearsi una sorta di meccanismo di giurisdizione parallela che spoglierebbe lo Stato del diritto di avere l’ultima parola su materie delicate come salute dei cittadini o ambiente. La Germania, ad esempio, si è già dichiarata contraria.
Di fornte alle preoccupazioni, “la Commissione ha deciso di congelare questo capitolo”: il Presidentee Juncker, ricorda Malmstrom, “si è impegnato a non accettare che la competenza dei tribunali degli Stati membri dell’Ue sia limitata da regimi speciali per le controversie investitori” e “non c’è dubbio che come commissaria io terrei fede a questo impegno”. Nell’accordo col Canada ormai non si può tornare indietro “non possiamo togliere la clausola dall’accordo” ormai chiuso “perché riaprirebbe tutto l’accordo, che è un ottimo accordo”, ma “non significa che sarà automaticamente inclusa” anche in quello con gli Stati Uniti. Insomma “la questione è sul tavolo e va affrontata” ma per il momento la questione resta “congelata”.