“Se l’Europa decide di fare un piano di investimenti per la crescita, e ritiene che sia urgente come ha indicato il presidente Junker, allora tutti i soldi investiti” per cofinanziare i progetti relativi ai fondi europei “dovrebbero uscire dal Patto di Stabilità”. Lo sostiene Graziano Delrio in audizione davanti alla commissione Politiche Ue della Camera. E’ una richiesta della quale l’esecutivo è “convintissimo”, prosegue il sottosegretario. E annuncia l’impegno del governo a portare la proposta a Bruxelles. Però, avverte, “bisognerà contrattare con la nuova Commissione”, e dunque attendere il suo insediamento a novembre.
Il tema dei cofinanziamenti è uno dei punti critici per l’accesso ai fondi comunitari. Sono necessari perché la Commissione approvi i progetti da finanziare, ma rischiano di far sforare il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Il risultato è la nascita di una linea di pensiero, espressa tempo fa dal professor Roberto Perotti, che chiede di rinunciare ai fondi Ue. Una ipotesi che per Delrio non è in alcun modo auspicabile. Da qui la decisione dell’esecutivo di ridurre dal 50% al 25% la quota di cofinanziamento legata ai progetti finanziati dall’Unione. Perché “tra rischiare di perdere i fondi e trovare il modo per utilizzarli – spiega il sottosegretario – io preferisco utilizzarli”.
La questione ha ingenerato però un equivoco. In molti hanno accusato il governo di ridurre gli investimenti, con l’aggravante che si tratta di soldi destinati per lo più alle regioni meno sviluppate. “Non è una effettiva riduzione”, spiega Delrio. “Il restante 25% confluisce nel Piano nazionale di coesione istituito dal ministro Barca – prosegue – che rimane a disposizione delle regioni”. Qualora una Regione “si presentasse domani mattina con tutti i progetti pronti a partire, non ci sarebbe alcun problema di liquidità” è la provocazione di Delrio.
Dunque, si tratta solo di un modo per liberare la metà del cofinanziamento nazionale dai vincoli temporali imposti dalle norme europee. Uno soluzione adottata anche per il programma di investimenti 2014-2020. Non vale per tutte le regioni però. “Per la Puglia e la Basilicata – precisa il sottosegretario – la quota di cofinanziamento prevista rimane del 50%”, perché le due regioni hanno “dimostrato di saper spendere” in tempo i fondi comunitari.
Il problema della tempistica è una nota dolente per il nostro Paese. Ci sono “ancora 15 miliardi di euro del piano 2007-2013 da spendere nelle regioni del Sud – sottolinea Delrio – più altri 5 stanziati e non spesi”. Una cifra che “vale 2 punti di Pil”, prosegue, e che “rischiamo di dover disimpegnare” (leggi perdere). Per i 5 miliardi già stanziati, il sottosegretario si dice “fiducioso che riusciremo a spenderli”, mentre è “preoccupato” per gli altri 15.