È un “sentiero” su cui non basta camminare, ma serve “correre, volare”. L’impresa non è semplice ma il presidente ucraino, Petro Poroshenko è convinto di potercela fare: il Paese, promette, presenterà domanda di adesione all’Unione europea nel 2020, “tra sei anni”. Molto più di una semplice idea: per centrare l’obiettivo, Poroshenko ha già preparato e presentato oggi un dettagliato piano di riforme economiche e sociali. Una strategia complessa, fatta di “più di 60 riforme”, su cui un “team speciale” ha cominciato a lavorare “cento giorni fa”.
Nell’agenda delle priorità figurano: “Riforma anti-corruzione, riforma giudiziaria, riforma del sistema della difesa, decentralizzazione del potere, indipendenza energetica”. Insomma, da rivedere c’è un po’ tutto: “Miriamo a costruire un nuovo Paese e abbiamo molto poco tempo”, ammette il presidente, ma “otterremo la prospettiva dell’adesione all’Ue nel 2020”, è sicuro: “Non sto facendo una promessa, sto dicendo che lo faremo insieme”.
Sul fronte del conflitto è ottimista Poroshenko, il peggio è passato: “Abbiamo cacciato la tirannia, confermato la nostra scelta europea e siamo sopravvissuti alla lotta col nemico esterno”. Ma il prossimo obiettivo non è da meno: “La sfida interna è altrettanto importante. Corruzione, povertà e debolezza economia sono la nostra più grande minaccia e la migliore arma per chi ci vuole attaccare”. Ci hanno consigliato, spiega il presidente, “di non riformare contemporaneamente tutti i campi per non farci troppi nemici”, ma “non mi interessa chi è contro le riforme. I cittadini ucraini sono a favore”. Operativamente si comincerà con la legge anti-corruzione, che Poroshenko ha più volte indicato come il segnale più importante da inviare all’Ue: “Chiederò al parlamento attuale di adottare la legge il 14 ottobre”, in occasione dell’ultima seduta prima delle prossime elezioni politiche, fissate per il 26 ottobre, dopo il crollo della coalizione che sosteneva il premier Arseni Yatseniuk.
Sul terreno intanto la situazione sembra migliorare: “La la pace in Ucraina verrà ripristinata presto”, ha assicurato Poroshenko, aggiungendo che, per la prima volta da mesi, non ci sono stati vittime o feriti nelle ultime 24 ore nell’est del Paese, segnale che “la tregua comincia a funzionare”. Presto dovrebbe esserci anche una nuova occasione di dialogo con il presidente russo, Vladimir Putin: “Penso che entro tre settimane avremo un incontro, si terrà in Europa. Accordi preliminari ci sono già”, fa sapere il presidente ucraino.
Ad aprire un nuovo fronte di tensione potrebbe però contribuire l’annuncio arrivato oggi da parte dei separatisti dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk di volere anticipare le elezioni regionali al 2 novembre. Una sorta di sfida all’autorità centrale di Kiev che aveva proposto elezioni locali anticipate il 7 dicembre, concedendo maggiore autonomia a quelle regioni. Annuncio a cui Poroshenko reagisce duramente: “Le elezioni convocate da organizzazioni terroristiche per una data che non corrisponde alla legge ucraina, senza osservatori e in violazione dei diritti degli elettori, non sarà riconosciuta né dall’Ucraina né dal tutto il mondo e, spero, neppure dalla Russia”.