La presidenza italiana del Consiglio Ue lavora a un’ipotesi di compromesso sulla proposta di direttiva del ‘made in’ per cui l’indicazione di origine e provenienza dei prodotti europei sarebbe obbligatoria solo per alcune filiere e non per tutte. Lo spiega il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, al suo arrivo in Consiglio Ue per la riunione del consiglio Competitività. “Il tema del ‘made in’ non è in agenda oggi perchè stiamo continuando con le trattative negoziali nel tentantivo di raggiungere un compromesso”.
Sulle proposte di indicazioni di provenienza obbligatorie si sono opposti Germania, Regno Unito e Svezia, che hanno richiesto una valutazione d’impatto di un’eventuale introduzione della proposta di direttiva, e per questo motivo “non è il momento per mettere in agenda” il tema del ‘made in’. Allo stadio attuale “ci sono sul tavolo alcune ipotesi, tra cui quella di un’applicazione solo in alcuni settori”. Non è chiaro quali saranno le tempistiche per una calendarizzazione del tema, ma l’obiettivo della presidenza italiana è raggiungere un accordo in Consiglio entro la fine del proprio semestre di presidenza.