Le imprese italiane “hanno bisogno di ritrovare quella competitività e quella fiducia che serve per essere ancora protagoniste come meritano”, e per farlo devono anche saper cogliere le opportunità offerte dall’Europa e di cui spesso non sono nemmeno a conoscenza. “Fare e non far sapere è come non fare”, ha dichiarato ieri il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, durante la giornata inaugurale di “Parla con lei”, il ciclo di tavole rotonde organizzate da Unincamere in collaborazione con Eunews al Parlamento europeo. Le imprese, ma spesso anche i politici italiani “non hanno contezza di cosa succede in questa immensa casa che è l’Ue, e questa iniziativa vuole avvicinare cittadini e soprattutto imprese alle opportunità che ci sono ma di cui magari non sappiamo quanto siano importanti, disponibili o raggiungibili”, ha aggiunto Dardanello.
E la difficoltà nella comunicazione di quanto fa l’Europa è emersa in maniera lampante durante il dibattito. Arnaldo Abruzzini, segretario generale di Eurochambres, ha paragonato le politiche comunitarie a una casa ben disegnata da un architetto ma che nella sua realizzazione risulta invece completamente disordinana. “Tra le Dg della Commissione – ha accusato – la mancanza di coordinamento è spesso pressoché totale”, con “funzionari che lanciano azioni che costano sul bilancio comunitario e che non sanno che l’ufficio accanto ha fatto una cosa simile o contraria il giorno stesso”. Questo problema “non si supererà purtroppo con la nuova Commissione divisa in cluster voluta da Jean-Claude Juncker” su cui Abruzzini si è detto pessimista.
Pur riconoscendo i limiti di alcune iniziative dell’esecutivo comunitario, ne ha difeso il lavoro Massimo Baldinato, del gabinetto del commissario Antonio Tajani prima e di Ferdinando Nelli Feroci ora. Soprattutto nei rapporti commerciali con i Paesi esteri, ha detto, “serve maggiore sinergia tra gli enti camerali. Ad esempio in Brasile ci sono quelli di vari Stati ma ognuna lavora solo per le proprie imprese, se si coordinassero potrebbero lavorare per tutta l’Ue”. Anche lui ha poi sottolineato l’importanza della comunicazione tra Bruxelles e il mondo imprenditoriale italiano portando un esempio concreto: “Abbiamo in India e Cina due centri dedicati al sostegno delle Pmi che vogliono iniziare delle attività in quei Paesi a cui offrono ogni tipo di consulenza. Quando sono stato in Veneto a incontrare il mondo del lavoro nessuno ne sapeva niente e le aziende anzi ci chiedevano a chi dovessero rivolgersi per lavorare in quei Paesi, e questo è assurdo”. Per superare questo “problema di comunicazione con il territorio”, è ancora una volta una maggiore sinergia tra enti e istituzioni che potrebbe aiutare. “Noi come Commissione possiamo fare di più ma anche gli enti di categoria si devono fare megafoni di queste iniziative e farle conoscere sul territorio”, ha continuato Baldinato.
Per Mario Borghezio della Lega Nord, intervenuto al dibattito, il problema di comunicazione “spesso riguarda anche noi parlamentari che non veniamo messi a conoscenza di iniziative come quella in atto in Cina”. “Dobbiamo e possiamo farci anche noi deputati portavoce di queste opportunità e lavorare per venirne a conoscenza e portarne a conoscenza i nostri rispettivi territori”, gli ha fatto eco Brando Benifei del Pd.