È una delle “minacce del nostro tempo”, “sconvolge società ed economie”, ma allo stesso tempo è anche “un’opportunità per reinventarle”. Così il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, intervenendo al summit Onu sul clima in corso a New York, descrive il cambiamento climatico. Una “sfida generazionale” che l’Unione europea sta affrontando con “ambizione”: un approccio, è convinto Barroso che “sta pagando”, visto che “l’Ue è sulla strada giusta per raggiungere i suoi obiettivi”. Dal 1990, fa i conti il presidente dell’esecutivo comunitario, le emissioni globali di gas serra sono diminuite del 19% mentre il Pil è cresciuto del 45%: la dimostrazione “che protezione del clima e economia forte possono e devono andare di pari passo”.
Il nostro scopo concordato, ricorda Barroso, “è di spendere il 20% dell’intero budget europeo 2014-2020 sul cambiamento climatico”. Si tratta, in sostanza “di 180 miliardi spesi all’interno e all’esterno dell’Ue entro il 2020”. Ma l’Ue vuole sostenere in particolare “le parti più vulnerabili della comunità globale”, spiega ancora il numero uno dell’Ue, annunciando: “Nei prossimi 7 anni, l’Ue punta a destinare oltre 3 miliardi di finanziamenti al sostegno delle energie sostenibili nei Paesi in via di sviluppo”. Nel complesso, continua Barroso, l’Ue fornirà 14 miliardi ai partner fuori dall’UE nei prossimi sette anni
Per il futuro, è consapevole il presidente della Commissione Ue, bisognerà lavorare duro, in particolare per centrare l’obiettivo, fissato dalla comunità internazionale, di contenere il riscaldamento del pianeta a 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, soglia oltre la quale, secondo i calcoli degli scienziati, si rischiano variazioni climatiche irreversibili e con conseguenze estreme. Si potrà rispettare “solo se lavoriamo seriamente”. Questo, insiste Barroso “è un test sulla nostra abilità di dirigere, agire e decidere. È un test che non ci possiamo permettere di fallire”.