L’Italia insiste: via dal patto di stabilità i co-finanziamenti nazionali dei programmi previsti dalla politiche europee di coesione. L’idea, già avanzata sempre a Bruxelles dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, viene ora proposta con forza dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. “È opinione diffusa che crescita e disciplina di bilancio sono un unico grande capitolo”, dice in occasione dell’audizione in commissione Sviluppo delle regioni del Parlamento. “Quindi sembrerebbe coerente e ragionevole con le strategie di crescita occupazione escludere dal patto di stabilità le spese di co-finanziamento” dei programmi di sviluppo regionale. Inoltre, rileva, “si tratta di investimenti già concordati a livello europeo”, e anche alla luce di ciò “una riforma su questo credo che possa essere avviata con la nuova Commissione europea”. Intanto se ne può parlare in seno al Consiglio Ue, e l’idea di Delrio è di “discuterne nella prossima riunione informale dei ministri del 10 ottobre”.
Attenzione, avverte Delrio. “Non stiamo ragionando su come ottenere una libertà dai vincoli di bilancio, ma sul fatto che il Patto di stabilità e crescita possa essere interpretato in queste sue due denominazioni”. L’Italia rilancia in sostanza il dibattito rigore-flessibilità che sta animando il confronto politico europeo. La posizione italiana dell’Italia non è nuova, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio non fa che ribadirla una volta di più. Per ripartire “serve il rilancio degli investimenti per la crescita”, e quindi “ritengo che il sostegno agli investimenti per la crescita non sia contrario alla disciplina di bilancio”.