Sembra destinata a rimanere in soffitta la contestatissima legge immaginata dal governo spagnolo per limitare l’accesso all’aborto. Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo, fonti governative avrebbero fatto sapere che il disegno di legge, che doveva essere approvato entro la fine di settembre, forse non raggiungerà nemmeno il Parlamento a causa del mancato consenso interno.
Il disegno di legge, approvato dal Consiglio dei ministri a dicembre dello scorso anno, di fatto renderebbe illegale abolire se non in alcuni casi particolari: l’interruzione di gravidanza sarebbe permessa fino alla 14esima settimana in caso di stupro e fino alla 22esima in caso di gravi rischi per la salute fisica o psichica della donna, pericolo questo che dovrebbe essere certificato da due medici. Dopo lungo dibattito interno è stata anche aggiunta la possibilità di abortire in caso di malformazioni del nascituro “anche compatibili con la vita”. Reintrodotta invece la necessità per le 16enni e 17enni di richiedere il permesso dei genitori per abortire, uno dei punti più contestati della legge Zapatero attualmente in vigore, considerata una delle più permissive al mondo.
Le indiscrezioni sul possibile rinvio, per ora non confermate dal governo, vengono accolte con favore dal gruppo della Sinistra Unita al Parlamento europeo, che già più volte ha protestato contro la nuova legge. Ma si tratta soltanto di una “vittoria parziale”, mette in guardia l’eurodeputata Gue Angela Vallina: “È la dimostrazione che stanno giocando con le donne e coi loro diritti, sempre con un occhio ai sondaggi elettorali”, accusa. Tra le accuse rivolte al partito popolare del primo ministro Mariano Rajoy, c’è infatti quella di avere solo accantonato il disegno di legge, che ha scatenato una valanga di proteste popolari, in vista della scadenza elettorale del 2015. Il testo, insiste la Gue, va “pienamente ritirato” e non semplicemente rimandato e lo stesso ministro della giustizia spagnolo si dovrebbe dimettere, viste le “misure retrograde” contenute nel testo.